Libia/ Cnt, guerra non è vinta, ultimatum in scadenza

Misurata (Libia), 9 set. (TMNews) – La lotta per la liberazione della Libia “non è finita” e la guerra non è ancora “vinta”, dice il capo del Cnt Jibril alla vigilia della scadenza dell’ultimatum su Sirte e mentre permane il mistero sulla sorte di Gheddafi. Ma sul terreno, la geografia del conflitto si ridisegna e sempre il Cnt precisa che Bani Walid e Sirte, roccaforti dei lealisti, sono tutto sommato obbiettivi “secondari”. Le forze ribelli ora si concentrano sull’oasi di Djofra, dove sarebbero gli arsenali dei gheddafiani.

La battaglia contro Muammar Gheddafi non è ancora finita e nelle mani delle forze lealiste rimangono ancora degli obbiettivi importanti: lo ha ricordato il premier del Consiglio Nazionale di Transizione (Cnt) libico, Mahmoud Jibril, in una conferenza stampa tenuta a Tripoli. “Nel sud alcune città sono ancora sotto assedio, la sorte di Bani Walid e Sirte non è ancora stata decisa e nonostante questo alcuni pensano che la guerra sia stata già vinta”, ha commentato Jibril, sottolineando come “alcuni si siano gettati nella battaglia politica senza rispettare le regole, mentre non è ancora stata elaborata una Costituzione e non è stato celebrato alcun Congresso nazionale”.

Sul terreno, cambiano strategie, tattiche e bersagli. Bani Walid e Sirte, dicono i ribelli, sono infatti obbiettivi secondari: obbiettivo principale delle milizie del Consiglio Nazionale di Transizione (Cnt) ribelle è l’oasi di Djofra, dove si troverebbero degli arsenali delle forze governative.

Secondo fonti militari del Cnt l’oasi – circa 300 chilometri a sud di Misurata – comprende tre località, Hun, Sokra e Waddan, dove sarebbero già in corso dei negoziati per una resa pacifica che “non dureranno oltre le 48 ore”; la Nato avrebbe fatto pressioni sulle milizie perché si impadroniscano al più presto delle armi prima che possano essere contrabbandate nei Paesi vicini.

Quanto a Gheddafi continua la caccia all’uomo. Oggi, su richiesta del procuratore del Cpi, Luis Moreno-Ocampo, ‘Interpol ha annunciato di aver emesso “un’allerta rossa” per chiedere ai suoi 188 Paesi membri l’arresto del colonnello Muammar Gheddafi, dei figli Saif Al-Islam e del cognato Abdallah Al-Senussi, raggiunti da un mandato di arresto internazionale della Corte penale internazionale (Cpi).

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