Spuntano adesivi “anti rifugiati”. Raid nelle vie del centro storico

Le locandine sono comparse nell’area pedonale e riportano la scritta “Refugees not welcome”

A Varese compaiono i cartelli “Refugees not welcome”: più che una goliardata di pessimo gusto, appare un atto ideologico.

Sono stati avvistati, nelle vie più centrali, i poster che in inglese riportano la scritta “i rifugiati non sono benvenuti”, slogan che richiama con evidenza quello che movimenti di estrema destra hanno utilizzato più volte, in particolare la scorsa estate, e che a Verona ha portato alla denuncia di un minorenne per discriminazione razziale. Un destino che potrebbe accomunarsi a quello di chi ha praticato le affissioni nelle piazze varesine di locandine a sfondo nero con scritte bianche e rosse e omini stilizzati, come quelli che indicano le toilette o le uscite di sicurezza. Solo che, invece di dare utili indicazioni, sono impegnati in azioni spregevoli: lanciando il messaggio discriminatorio che quel genere di comportamento riguardi chiunque abbia lo status di rifugiato. Si va dall’uomo che ferisce un altro con una spade all’ubriaco riverso in terra con tanto di bicchiere e bottiglia che perdono liquido. C’è un kamikaze che pare indossare una cintura esplosiva fatta di candellotti di dinamite con la miccia accesa e pronta ad esplodere, fino all’uomo che percuote una donna armato di spranga o bastone.

C’è chi ha alzato le spalle pensando a una trovata paradossale e chi l’ha presa per un incitamento all’odio; un modo, dallo stile xenofobo, per accendere gli animi di chi non gradisce la presenza di rifugiati e, a volte, anche solo di stranieri sul proprio territorio.