VARESE Cassa in deroga, alla voce del sindacato si unisce quella degli imprenditori. Un intero complesso economico, fatto di imprenditori, lavoratori, professionalità e un patrimonio di competenze che rischia di andare disperso
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Finora, alla data di settembre di questo anno, i licenziamenti sono arrivati a quota 3.934: «Quando un’azienda di piccole dimensioni chiude non sono solo i suoi lavoratori a perdere il posto – ha ricordato ieri il sindacato – ma è lo stesso imprenditore a trovarsi a piedi».
E senza un paracadute sociale, commenta Roberta Tajè, direttore della Cna varesina «e non è facile per un imprenditore ricominciare se ha ancora un’età giovane che lo costringe a dover lavorare». Riqualificarsi, reinventarsi o rimettersi in proprio non è semplice, aggiunge Tajè «senza contare che la chiusura di ogni azienda porta con sé la perdita di professionalità che difficilmente si ricostruiscono».
E il settore edile? Giampiero Ghiringhelli, direttore dell’associazione costruttori edili della provincia di Varese, «in questi ultimi anni è riuscito a non fare ricorso alla cassa in deroga perché le nostre imprese hanno utilizzato la cassa speciale per l’edilizia».
Un’ulteriore conferma della necessità di avere paracaduti idonei per far fronte alla crisi «sono tutti strumenti fondamentali – commenta Ghiringhelli – che meritano la giusta attenzione per evitare ulteriori tensioni sociali». Per questo si chiamano ammortizzatori sociali, aggiunge il direttore dell’associazione edili «ora quello che preoccupa è anche l’Aspi, il nuovo trattamento di disoccupazione che entrerà in vigore da gennaio: tutto da capire e mancano indicazioni chiare».
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m.lualdi
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