Addio Faletti Uomo con l’anima

Addio a Faletti, uomo dalle mille vite con l’animo da poeta.

A Varese era arrivato cinque anni fa per la finale del Premio Chiara nei panni di scrittore quella veste che indossava, da “Io uccido” in poi uscito nel 2002, best seller che solo in Italia aveva venduto più di quattro milioni di copie.

A 63 anni, se n’è andato ieri, a Torino dopo una lunga battaglia contro un tumore.

Giorgio Faletti, però nella sua carriera ha fatto di tutto dal cabaret al cinema, dalla tivù alla musica, passando dalla grande passione per la letteratura.

Nel 2009 «era stato molto contento di essere tra i finalisti – ricorda Bambi Lazzati, direttore artistico del premio letterario – È venuto in Svizzera e alla presentazione in libreria, ha fatto, insomma, l’iter come tutti gli altri, rimanendo sempre disponibile e piacevole. Ha apprezzato Varese che non aveva mai visto».

Nessuna aria da superstar, quindi, anche se avrebbe avuto da vantarsi delle vendite dei suoi romanzi. «Era una persona tranquilla che non si dava arie. Riusciva a essere molto accattivante con il pubblico. È stato sportivo e non se l’è presa, quando non ha vinto». Amato dal pubblico e meno dalla critica, il libro di Faletti aveva fatto fatica ad arrivare in finale.

«C’è stata una lotta in giuria per farlo passare o meno – rammenta Romano Oldrini, presidente del Chiara – Fu un anno di polemiche perché era sotto tiro da parte della critica ufficiale italiana. “Tu non sei uno scrittore”, gli avevano detto e lui aveva ribattuto: “Se i lettori mi vogliono, va bene”».

Nella terna finalista c’erano Gaia Manzini con “Nudo di famiglia”, Flavio Soriga poi proclamato vincitore con “L’amore a Londra e in altri luoghi” e Faletti con “Pochi inutili nascondigli”.

Quelli dell’autore astigiano «erano racconti fantasy, di discreto livello, una novità per noi rispetto al consueto. Il libro è passato nella terna insieme e quello del “tamburino” sardo, che ha vinto a sorpresa. I due scrittori sul palco della premiazione hanno tenuto banco, dando vita a un bellissimo match dal ritmo televisivo».

«Ho avuto la fortuna di conoscerlo in occasione del Chiara – spiega Claudia Donadoni, attrice e conduttrice sul palco del premio letterario – In Faletti si celavano diverse figure: era una persona di grande profondità e serietà. Era capace di far sorgere un sorriso amaro, con una battuta, diversa da quella crassa del tempo del “Drive in”, quella era un’altra vita ancora».

Semplicità e simpatia sono i tratti comuni che sono rimasti impressi a chi l’ha conosciuto.

«Anche se nel 2009 era famoso in tutti i sensi, è stato disponibile con tutti e mi ha colpita la sua discrezione, caratteristica in contrasto con il personaggio degli esordi».

Faletti era anche il prof in “Notte prima degli esami” che guidava il gruppo degli studenti tra cui c’era anche il personaggio interpretato dall’attrice luinese Sarah Maestri: «Ieri Fausto Brizzi ci aveva preparati alla brutta notizia dicendo che aveva poche ore di vita. Dal film si vedeva che eravamo un gruppo unito e lui era il nostro leader, ora ci manca».

«“Notte prima degli esami” era un piccolo film che ci ha cambiato la vita. Siamo stati a casa sua a fare le prove e poi sulla sua barca. A pensarci è pazzesco: ci siamo conosciuti otto anni fa e pochi anni prima lui era uscito da un coma tremendo che lo aveva addormentato. Lo avevano dato per spacciato, ma come in un film americano, Dio gli ha dato ancora del tempo e lui ha vissuto dieci anni di successi internazionali con “Io uccido” e poi con “Notte prima degli esami”. È bello che abbia avuto questa possibilità». «Ricordo Giorgio con molto affetto. Quella di oggi è una giornata molto brutta che ti fa capire quanto sia corta la vita».

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