Meno persone ma più appartamenti: troppo territorio sacrificato

Dai dati Snpa e Ispra, nel 2021 sono stati sacrificati 63,3 chilometri quadrati di territorio (netti) in nome del cemento e dell'asfalto, sebbene la popolazione italiana sia in calo.

Dal report annuale del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), i cui dati sono poi stati sintetizzati dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), risulta che nel 2021 in totale 63,3 chilometri quadrati di territorio italiano sono stati sacrificati per costruire edifici e infrastrutture, nonostante la popolazione sia in graduale ma continuo calo.

In realtà, il dato corretto sarebbe 69,1 chilometri quadrati (un valore altissimo, il più alto raggiunto nel nostro Paese nell’ultimo decennio), ma bisogna contare che nello scorso anno in 5,8 chilometri quadrati sono state ripristinate le aree naturali.

Se si guarda alla media dell’Unione europea (4,2%), la situazione dell’Italia risulta allarmante: infatti, ben il 7,13% del nostro territorio è stato consumato a causa dell’espandersi delle città. La regione con più cemento e asfalto è la Lombardia, con il 12,12% di consumo di suolo, seguita dal Veneto (11,9%) e dalla Campania (10,49%).