Torba, dove tutto ebbe inizio: il FAI celebra la sua fondatrice Giulia Maria Crespi

Al Monastero di Gornate Olona una messa con l’arcivescovo Delpini, un nuovo altare firmato Mario Botta e un concerto dedicato alla visione che ha dato vita alla Fondazione

Nel cuore della Valle Olona, lì dove il tempo sembra essersi fermato tra i muri di pietra e il silenzio del bosco, il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ha celebrato questa mattina un momento carico di significato: l’omaggio alla sua fondatrice Giulia Maria Crespi, proprio nel luogo dove la sua visione prese forma, il Monastero di Torba a Gornate Olona.

Il 6 giugno, nell’anno del cinquantesimo anniversario della fondazione del FAI, la cerimonia ha unito spiritualità, memoria e arte. A presiedere la Santa Messa nella piccola chiesa medievale del complesso, l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. L’occasione ha segnato anche l’inaugurazione di un nuovo altare, donato e progettato dal celebre architetto Mario Botta: una forma trapezoidale in legno di rovere su basamento di pietra, essenziale e potente, perfettamente inserita nella sacralità del luogo.

Quella di Giulia Maria Crespi fu una scelta audace nel 1976, quando acquistò personalmente il monastero abbandonato per poi donarlo al nascente FAI, diventandone il primo Bene. Un gesto fondativo che oggi, a distanza di cinquant’anni, è stato celebrato con la posa di una targa commemorativa e un libro che raccoglierà, da oggi in poi, i nomi di tutti i donatori.

Alla liturgia è seguito un momento musicale particolarmente sentito: l’esecuzione del sestetto per archi “Verklärte Nacht” di Arnold Schönberg, brano amato dalla stessa Crespi, interpretato dal Quartetto Indaco, con la partecipazione di Vittorio Benaglia e Fabio Musone.

“Torba è tornata a vivere” disse Giulia Maria Crespi nel 1986, dopo i restauri che ne permisero la riapertura al pubblico. Oggi quel luogo – sito UNESCO assieme al castrum di Castelseprio e alla chiesa di Santa Maria foris portas – accoglie decine di migliaia di visitatori ogni anno, offrendo non solo bellezza ma anche conoscenza: il fienile restaurato ospita ora un’aula didattica e un videoracconto, e continuano le campagne di scavo archeologico in collaborazione con l’Università di Padova.

Il Monastero di Torba resta il simbolo di un’idea d’avanguardia: proteggere e restituire alla collettività i luoghi dimenticati. Un’idea nata dal coraggio di una donna che, oggi come ieri, continua a ispirare.