A Varese l’intelligenza artificiale contro lo spaccio: droni e tecnologia per sorvegliare i boschi

A Villa Recalcati istituzioni e forze dell’ordine a confronto: nuove strategie per affrontare lo spaccio nei boschi e nei centri urbani, con l'AI e i corpi speciali.

VARESE – Intelligenza artificiale per monitorare piazza Repubblica e droni per sorvegliare le aree boschive. La lotta allo spaccio di droga in provincia di Varese si evolve, puntando sulle tecnologie più avanzate per supportare il lavoro delle forze dell’ordine, da tempo impegnate in prima linea contro un fenomeno criminale sempre più radicato e aggressivo.

A fare il punto sul tema, nella mattinata di venerdì 6 giugno, è stato un importante momento di confronto a Villa Recalcati, sede della Prefettura. Il tavolo, intitolato “Prevenzione e repressione del traffico di sostanze stupefacenti”, ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, della magistratura, delle forze dell’ordine e del mondo accademico.

L’emergenza dello spaccio nei boschi

A inquadrare con chiarezza la gravità della situazione è stato il procuratore della Repubblica di Varese, Antonio Gustapane:

«In provincia di Varese lo spaccio si svolge in modalità molto diverse da altre zone d’Italia. Le attività si concentrano in aree boschive e sono spesso accompagnate dalla presenza di armi, rendendo gli interventi ancora più difficili».

Questa peculiarità territoriale ha spinto a studiare approcci innovativi, sia in ambito urbano che extraurbano. Da un lato, l’uso dell’intelligenza artificiale per il monitoraggio continuo delle aree sensibili, come piazza Repubblica a Varese. Dall’altro, l’impiego di droni per mappare e controllare le zone boschive, difficilmente raggiungibili con i soli pattugliamenti terrestri.

Tecnologia e cooperazione

Il procuratore di Busto Arsizio, Carlo Nocerino, ha sottolineato l’importanza del coordinamento tra procure e forze dell’ordine, oltre al valore aggiunto delle nuove tecnologie:

«L’impiego dei droni aiuterà a perfezionare le mappe delle aree critiche. Tuttavia, serve anche consapevolezza che il ricambio della manovalanza criminale è continuo, mentre i vertici delle organizzazioni si trovano all’estero, soprattutto in Marocco».

Le parole del prefetto

Il prefetto di Varese, Salvatore Pasquariello, ha ribadito la duplice linea d’azione: prevenzione e repressione.

«Lo spaccio nei boschi è una priorità emersa negli incontri con i sindaci del territorio, insieme a problematiche come il disagio giovanile e le truffe agli anziani. Per questo abbiamo ottenuto il supporto dei reparti speciali dei Carabinieri, come i Cacciatori di Sicilia, Calabria, Sardegna e Puglia».

Pasquariello ha inoltre ricordato le iniziative di collaborazione attivate a livello locale, con il coinvolgimento anche delle polizie municipali, per creare un sistema di controllo più integrato e reattivo.

Presenti le istituzioni

Numerose le autorità che hanno preso parte all’incontro: oltre al prefetto e ai procuratori, erano presenti il presidente della Provincia Marco Magrini, i sindaci Davide Galimberti (Varese) ed Emanuele Antonelli (Busto Arsizio), il deputato Andrea Pellicini (FdI) e molti amministratori locali.
Tra i relatori anche le docenti dell’Università dell’Insubria Francesca Ruggieri, esperta di procedura penale, e Chiara Perini, penalista.

La direzione è chiara: potenziare il contrasto al traffico di droga attraverso un mix di innovazione tecnologica, azione sul campo e rete istituzionale. Un modello che guarda al futuro, ma parte dalla realtà concreta di un territorio che vuole reagire con determinazione.