Il mondo della musica piange la scomparsa di Wayne Shorter considerato tra i più grandi musicisti e compositori della scena jazz mondiale. La sua carriera ha attraversato oltre sei decenni, regalando pagine indimenticabili e segnando un’epoca con il suo stile inconfondibile al sax tenore e soprano.
Shorter si fece notare negli anni Sessanta entrando nel celebre quintetto di Miles Davis. Contribuì a scolpire alcuni dei momenti più alti della musica del Novecento, partecipando a opere come Bitches Brew, capolavoro che aprì nuove strade al jazz elettrico e di avanguardia. Da lì in poi il suo percorso fu una continua esplorazione sonora.
Negli anni Settanta fondò insieme a Joe Zawinul i Weather Report, gruppo destinato a diventare uno dei simboli del jazz fusion. Con loro portò il linguaggio jazzistico a fondersi con il rock, il funk e le sonorità elettroniche, conquistando un pubblico internazionale e generazioni di appassionati.
La sua vena creativa non si esaurì mai. Album come Native Dancer, collaborazioni con Herbie Hancock e la produzione solista di grande raffinatezza, tra cui spicca Phantom Navigator, testimoniano la sua capacità di reinventarsi continuamente senza perdere autenticità.
Considerato da critici e colleghi un visionario, Shorter era capace di coniugare rigore tecnico e libertà d’improvvisazione. La sua musica rimane come un ponte tra tradizione e futuro, un’eredità destinata a ispirare musicisti e ascoltatori ancora a lungo.