Varesotto invaso dalle “gatte pelose”: ecco cos’è l’ifantria

L’insetto esotico nordamericano torna a colpire: nidi sericei e alberi scheletrizzati fino a metà settembre

È un insetto innocuo per l’uomo e gli animali, ma dannoso per le piante: l’ifantria, arrivata nel Varesotto alla fine degli anni ’80 dal Nord America, è tornata a infestare in modo massiccio il territorio. La sua presenza si riconosce facilmente dai vistosi nidi sericei che avvolgono le chiome di circa 200 specie vegetali diverse.

Le “gatte pelose”

In questi giorni gli alberi del basso Varesotto – ma non solo – sono ricoperti dalle larve, soprannominate “gatte pelose”. «A differenza della popilia, l’ifantria si riproduce due volte l’anno e depone fino a 600 uova per volta – spiega Fabrizio Ballerio, agronomo dell’Associazione Oreticola varesina –. A causa di un giugno particolarmente caldo, entrambe le generazioni sono state ben visibili e hanno provocato danni».

Ciclo di vita

Gli adulti compaiono tra aprile e maggio e depongono le uova sulla pagina inferiore delle foglie. Le larve, inizialmente gregarie, tessono tele che avvolgono germogli e foglie, fino a defogliare interi alberi. La seconda generazione, attiva tra agosto e settembre, è la più dannosa.

Come intervenire

L’ifantria, però, non desta allarme paragonabile ad altri insetti invasivi. «Il rischio è soprattutto quello di scheletrizzare le piante – continua Ballerio –. Nei parchi pubblici non sono previsti trattamenti, mentre i privati possono intervenire tagliando e bruciando i rami infestati o ricorrendo a prodotti biologici come il Bacillus thuringiensis, innocuo per persone e animali».

La risposta della natura

Il fenomeno non è nuovo: l’ifantria aveva già conosciuto un picco nei primi anni ’90, poi era quasi scomparsa grazie all’azione di predatori naturali come insetti e uccelli. «Da due o tre anni – conclude l’agronomo – assistiamo a un ritorno massiccio. Quest’anno, complice il caldo, entrambe le generazioni sono state molto evidenti. Gli effetti sono soprattutto estetici, ma le piante ne escono comunque indebolite».

L’infestazione proseguirà almeno fino a metà settembre.