BUSTO ARSIZIO – Il rilancio del tessile parte dai giovani e dalla collaborazione tra scuola, università e impresa. A Busto Arsizio è nato un Tavolo sperimentale sulla nobilitazione tessile, promosso dall’Università dell’Insubria in collaborazione con Centrocot e il Centro per l’impiego, per affrontare in modo concreto il problema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro e ridare slancio a uno dei settori storici del territorio.
Il progetto, presentato ai Molini Marzoli, è il risultato di un anno di incontri e confronto diretto con le imprese. «Abbiamo voluto dimostrare che l’università non è un’isola – ha spiegato la professoressa Rossella Locatelli, coordinatrice scientifica del progetto Interreg Skill Match – ma parte viva del tessuto economico e sociale della città. Questo Tavolo è nato dal dialogo e può diventare un modello replicabile».
Un settore da riscoprire
La nobilitazione tessile, cuore della filiera produttiva, è stata scelta come punto di partenza per il suo ruolo strategico nella sopravvivenza del distretto bustocco-gallarate. «È l’elemento che dà valore al tessile – ha sottolineato Grazia Cerini, direttore del Centro Tessile Cotoniero – ma oggi mancano i tecnici».
Il professor Lelio De Michelis, tra i promotori del Tavolo, evidenzia il nodo generazionale: «I giovani non amano lavorare in fabbrica e preferiscono fare altri mestieri, ma non sanno quello che perdono. Le aziende del settore sono moderne, sicure, e offrono percorsi di crescita. Il tessile bustocco è un’eccellenza che merita di essere raccontata con una narrazione nuova».
Il punto di vista delle imprese
Gli imprenditori, pur provati da anni di difficoltà, chiedono un cambio di rotta. «Paghiamo errori decennali nella formazione – ha dichiarato Marino Vago, già presidente di Sistema Moda Italia – servono scuole tecniche vere, non slogan. Senza tecnici, il Liceo del Made in Italy resta un guscio vuoto».
Anche Mario Montonati, storico imprenditore del settore, ha ricordato come «un tempo esistevano indirizzi tecnici specializzati, come quello per periti tintori al “Facchinetti”, ma mancavano gli studenti. Oggi la tecnologia c’è, le aziende sono pronte: serve però un cambio culturale».
Le proposte per il futuro
Dal Tavolo è emersa la necessità di una formazione mirata e flessibile, costruita sulle esigenze reali delle imprese. «Non bastano corsi standard – ha affermato Paola Zampano, responsabile formazione del Centrocot – servono percorsi su misura, per formare tecnici e direttori di stabilimento capaci di rispondere alle sfide del mercato».
Il primo passo concreto sarà l’iniziativa del 13 novembre, organizzata dal Centro per l’Impiego di Busto Arsizio insieme a Centrocot e Regione Lombardia, per far conoscere ai ragazzi le opportunità del settore e favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Un segnale di speranza per un comparto che, tra tradizione e innovazione, può ancora rappresentare un motore economico e identitario per il territorio bustocco e per l’intera provincia di Varese.