È un giorno storico per Milano e per il calcio italiano. Lo stadio di San Siro è ufficialmente di proprietà di Inter e Milan. Questa mattina, mercoledì 5 novembre, è stato firmato il rogito notarile che sancisce il passaggio di proprietà dal Comune ai due club, chiudendo una trattativa lunga e complessa.
L’atto, siglato intorno alle 12 nello studio del notaio Filippo Zabban, segue la delibera approvata dal Consiglio comunale di Milano, che aveva dato il via libera alla vendita. «Le cose belle richiedono sempre tempo», ha commentato il presidente del Milan Paolo Scaroni, sorridendo all’uscita.
I dettagli economici dell’accordo
Il prezzo totale pattuito per l’acquisto dello stadio “Giuseppe Meazza” e delle aree limitrofe è di 197 milioni di euro, che verranno versati in più tranche. La prima, da circa 100 milioni, comprende IVA e parte dei debiti pregressi.
La firma è arrivata in extremis, entro la scadenza del 10 novembre: oltre tale data sarebbe scattato il vincolo architettonico sul secondo anello dell’impianto, imposto dalla Soprintendenza, che avrebbe impedito qualsiasi demolizione o ricostruzione.
Il progetto del nuovo stadio
L’acquisizione dell’area da parte dei club consentirà di avviare il nuovo progetto urbanistico e sportivo presentato a marzo. Il piano prevede:
- la costruzione di un nuovo stadio da 71.500 posti sul lato ovest;
- la parziale conservazione del Meazza, destinato a diventare un polo museale e commerciale;
- l’avvio dei lavori nel 2027 e l’inaugurazione del nuovo impianto entro il 2031.
Nel frattempo, prosegue anche l’iter societario del Milan, che oggi ha tenuto la seconda convocazione dell’assemblea dei soci per consentire al vecchio CdA di completare la fase amministrativa legata alla cessione.
L’indagine della Procura
Sul passaggio di proprietà dello stadio, tuttavia, si apre un capitolo giudiziario. La Procura di Milano ha infatti avviato un’indagine per turbativa d’asta, dopo la denuncia del promoter Claudio Trotta, fondatore del comitato Sì Meazza.
Trotta, ascoltato dai pm Filippini, Cavalleri e Polizzi, ha dichiarato che lui e altri operatori dello spettacolo avrebbero voluto presentare una proposta alternativa per la gestione e ristrutturazione dello stadio, ma che «le tempistiche del bando comunale non lo hanno reso possibile».
Secondo quanto riferito, l’operazione sarebbe stata «già confezionata» per favorire la vendita ai club calcistici, in un’ottica di speculazione immobiliare.
Il sindaco Giuseppe Sala, che nei giorni scorsi aveva parlato di “questioni tecniche tra le società” come causa del rinvio, non ha per ora commentato l’apertura dell’indagine.
Con la firma di oggi, si chiude un’era lunga quasi un secolo: San Siro non è più del Comune, ma appartiene ai suoi protagonisti più celebri, Inter e Milan, che si preparano a scrivere il prossimo capitolo della loro storia sotto le stesse luci di sempre.













