Luino, carabinieri aggrediti dopo un incidente: un 25enne albanese ubriaco e drogato finisce in manette

Sera di tensione al pronto soccorso: insulti, minacce e due militari feriti. Il giudice dispone l’obbligo di firma

Le cronache parlano ormai quasi ogni giorno di aggressioni alle forze dell’ordine, e anche Luino aggiunge un episodio alla lista crescente. Martedì sera un giovane albanese di 25 anni è stato arrestato dai carabinieri con una sfilza di accuse: resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, lesioni personali e interruzione di pubblico servizio. Il tutto dopo aver provocato un incidente stradale non grave lungo le vie della città.

L’arrivo dei militari avrebbe dovuto riportare ordine, ma la situazione è degenerata all’istante. Il ragazzo, ubriaco e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, ha iniziato a dare in escandescenze prima sul luogo del sinistro e poi anche all’interno dell’ospedale di Luino, dove era stato portato per accertamenti. Il parapiglia creato nel pronto soccorso ha bloccato temporaneamente l’attività del reparto, da cui l’accusa di interruzione di pubblico servizio.

Le intemperanze sono presto sfociate in violenza: insulti e minacce di morte ai carabinieri, poi il gesto più plateale, quando il giovane ha scagliato addosso a uno dei militari il verbale e altri documenti, colpendolo al volto e procurandogli lesioni guaribili in cinque giorni. Un altro carabiniere è rimasto ferito a un dito nel tentativo di immobilizzarlo mentre continuava a sferrare calci e pugni.

Ieri mattina il venticinquenne è comparso davanti al giudice Rossana Basile per la convalida dell’arresto. Calmo, ma con un atteggiamento che i presenti hanno definito ancora arrogante, ha ammesso di aver bevuto e assunto stupefacenti, negando però di essere stato lui alla guida dell’auto coinvolta nell’incidente, senza fornire spiegazioni credibili sul presunto conducente “sparito”.

In aula il pubblico ministero Arianna Cremona ha chiesto i domiciliari, sottolineando la pericolosità del giovane e richiamando i suoi precedenti – uno per rissa e uno per favoreggiamento. La difesa, affidata all’avvocato Fabio Brusa, ha invece tentato la strada della totale assenza di misure cautelari. Alla fine il giudice ha scelto una via di mezzo: obbligo di presentazione quotidiana in caserma a Luino, dove il ragazzo risiede, con un avvertimento chiarissimo sul rischio di aggravamento in caso di violazione.

Il processo per direttissima è fissato fra qualche settimana. L’ipotesi del patteggiamento, affiorata durante l’udienza, è subito naufragata: la Procura non ha concesso la sospensione condizionale della pena. Una vicenda che riaccende il tema del crescente clima di ostilità nei confronti delle divise, questa volta esploso in una tranquilla sera sul Lago Maggiore.