I ministri G7 nell’artico canadese parlano di ripresa e mercati


Ottawa, 5 feb. (Apcom)
– I ministri e i governatori del G7 si incontreranno oggi e sabato nel profondo nord del Canada, a Iqaluit, per fare il punto sulla ripresa economica e sulle misure per regolare il sistema finanziario. La scelta della città, a 2.000 km a nord di Montreal, appare audace vista la stagione, ma potrebbe anche essere un modo di dare rilievo all’evento, al quale in molti hanno predetto una morte lenta. L’ultima riunione si era tenuta a Istanbul in un sabato di ottobre ed era passata pressoché inosservata. Per l’Italia parteciperanno il ministro del Tesoro Giulio Tremonti e Mario Draghi, nella doppia veste di governatore della Banca d’Italia e di presidente del Fsb.

Il G7 riunisce, oltre al Canada che ha la presidenza, gli Stati Uniti, il Giappone e quattro paesi europei, ossia Germania, Francia, Italia e Regno Unito. All’incontro partecipano anche i rappresentanti del Fondo monetario internazionale, del Financial Stability Board e della Commissione europea. Gli organizzatori hanno dichiarato di volere una riunione “più piccola, più informale” e contano su una “discussione franca”. Hanno chiesto ai partecipanti di rinunciare a giacca e cravatta a favore di un bel maglione pesante.

La presidenza canadese ha dichiarato di voler tornare alle “radici” del G7, concepito nel 1975 dal presidente francese Valéry Giscard d’Estaing come “una chiacchierata intorno al fuoco” nella foresta di Rambouillet, vicino a Parigi, e divenuto nel corso degli anni una grande macchina diplomatico-politica. Per la prima volta dopo molti anni, non verrà pubblicato nessun comunicato al termine dell’incontro, evitando che il pesante lavoro di preparazione di un testo condiviso rubi tempo alla riunione. E’ prevista solamente la conferenza stampa comune, all’inizio della quale il ministro canadese Jim Flaherty fornirà un riassunto dei lavori.

“Non ci saranno decisioni”, ha avvertito un portavoce del ministero delle Finanze tedesco. Al centro del dibattito ci saranno le condizioni dell’economia, con il ritorno di una crescita più o meno solida a seconda dei paesi, la regolamentazione del settore finanziario e i tassi di cambio, tema al centro della riunione di Istanbul. Un funzionario del Tesoro americano ha indicato alla stampa che il suo paese intende sollevare la questione della riduzione del debito di Haiti, per aiutare il paese a rimettersi in piedi dopo il terremoto.

La discussione si annuncia più accesa in materia di sistema finanziario. I canadesi hanno “delle banche che sono uscite dalla crisi finanziaria largamente indenni, e senza sostegno pubblico, motivo per cui gli stessi padroni di casa hanno poca voglia di nuove imposizioni per il settore finanziario”, spiega Julian Jessop, di Capital Economics.

Al contrario gli americani hanno fatto delle proposte ardite, tra cui quella di recuperare il denaro speso per salvare le banche americane tassando le principali istituzioni finanziarie presenti nel paese, comprese quelle straniere. Francesi, tedeschi e italiani sono fedeli al loro messaggio di coordinamento internazionale, e il ministro delle Finanze tedesco Rainer Bruederle ha sottolineato martedì, nel corso di una visita a Washington, che nessun paese può permettersi di fare il cavaliere solitario in materia di riforma dei mercati finanziari.

Dal lato giapponese, la riunione sarà la prima del ministro Naoto Kan, in carica da appena un mese e favorevole, caso raro all’interno del G7, a degli interventi sul mercato per indebolire la sua valuta, lo yen. Il ministro delle Finanze canadese ha dichiarato di prevedere una discussione sui tassi di cambio, nel quadro più globale di un dibattito su una crescita mondiale equilibrata. Ripetendo il leitmotiv degli Stati Uniti, secondo cui lo yuan è “sottovalutato”, il responsabile del Tesoro americano ha detto che “le questioni relative alla moneta cinese sono nella mente di tutti”, lasciando intendere che saranno discusse. (Fonte: Afp)

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