Milano, 10 mar. (Apcom) – Dopo 4 ore di camera di consiglio i
giudici della decima sezione penale del Tribunale di Milano
emettono la prima sentenza dibattimentale al mondo sulla vicenda
relativa a Oil for food, pagamento di tangenti a funzionari dello
Stato iracheno ai tempi di Saddam Hussein per l’acquisizione di
barili di petrolio. 2 anni di reclusione per Marco Mazzarino De
Petro, ex collaboratore di Roberto Formigoni governatore
lombardo, e per altri due imputati Paolo Lucarno, intermediario
d’affari e per Andrea Catanese, titolare della Cogep. Tutti sono
stati riconosciuti responsabili di corruzione internazionale.
I giudici hanno accolto la tesi sostenuta dal pm Alfredo Robledo
al termine del processo iniziato lo scorso luglio. Secondo
l’accusa furono violate norme penali italiane. Per la difesa
degli imputati il milione di euro versato e oggetto del processo
era solo una sovrattassa pretesa dagli uomini di Saddam. “E’ una
sentenza ingiusta, ricorreremo in Appello” sono le parole che ai
giornalisti dice Marco Mazzarino De Petro, presente in aula in
occasione dell’ultima udienza. In sede di replica il pm Robledo
aveva precisato: “Non si procede qui per la violazione
dell’embargo, la violazione riguarda esclusivamente la legge
italiana e non c’entra se il funzionario iracheno sia infedele o
meno. Era la società a non dover versare i soldi”.
Il denaro venne pagato da Cogep su un conto della Somo, società
di Stato irachena. La Cogep era stata “segnalata” con un fax da
Roberto Formigoni all’allora vicepresidente iracheno Tareq Aziz.
Il nome di Formigoni comunque è sermpre stato estraneo alla
vicenda processuale, perchè il presidente della giunta regionale
lombarda mai venne iscritto nel registro degli indagati. Secondo
Michele D’Agostino, avvocato difensore di Catanese, “la vicenda è
discutibile sicuramente dal punto di vista etico, ma a nostro
parere senza alcun valore penale”. “Furono soldi pagati senza
alcuna consapevolezza di delinquere da parte di imprenditori
italiani gente per bene che non ha mai commesso reati e che
grazie a un’attività lobbistica era arrivata ai barili di
petrolio – è la tesi della difesa De Petro – il nostro assistito
svolse un’attività regolare per conto del presidente Formigoni”.
Tra 90 giorni ci sarà il deposito delle motivazioni della
sentenza. Secondo le difese che faranno ricorso in Appello il
fatto sarà prescritto a novembre prossimo. Per l’accusa invece la
scadenza è tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011. Appare molto
probabile in ogni caso la prescrizione prima della sentenza
definitiva. Il verdetto di oggi al palazzo di giustizia di Milano
ha sicuramente un valore simbolico perchè finora in nessun paese
si arrivati a concludere un processo pubblico in relazione a
fatti per i quali ci sono indagini in mezzo mondo.
Frk
© riproduzione riservata