LUINO Tra breve, tutti i laghi della nostra provincia – le acque e le loro spiagge – potrebbero essere acquisiti dalla Regione e poi magari degli enti locali. Persino il lago Maggiore, di valenza interregionale, è trasferibile a Lombardia e Piemonte in caso di apposita intesa tra le Regioni, come prevede un apposito emendamento approvato ieri in extremis. E lo stesso vale per i fiumi: potrebbero essere ceduti il Ticino, l’Olona e gli altri corsi d’acqua. Ma sul territorio si prevede anche il possibile trasferimento di qualche caserma e bene culturale. Mentre per l’aeroporto di Malpensa, niente: è di carattere nazionale, quindi indisponibile agli enti locali.Ecco la dote potenziale del federalismo demaniale in provincia di Varese, il primo decreto attuativo del federalismo, che è stato approvato ieri dalla commissione bicamerale e oggi dovrà essere licenziato dal Consiglio dei Ministri. Dopodiché, i beni statali (che dovranno essere individuati) potranno essere trasferiti “a titolo non oneroso” a Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni che ne potranno fare richiesta per poi essere «tenuti a garantirne la massima valorizzazione funzionale». «Il federalismo demaniale interesserà laghi, fiumi, ma anche molti altri beni, come edifici pubblici e strade – ricorda il presidente della Provincia di Varese Dario Galli – è un passo molto importante, che potrebbe valorizzare beni rilevanti oggi lasciati in abbandono dallo Stato, secondo il principio virtuoso del federalismo: gli enti amministrativi più vicini hanno maggior interesse a curare ciò di cui dispongono». Anche se non è detto per tutto quello che sarà cedibile ci sia la corsa degli enti locali: «Se si tratta di una casa cantoniera, che non produce reddito ed è da ristrutturare, magari un comune non fa richiesta – spiega Galli – Lo
stesso per una spiaggia di cui con l’acquisto si vedrebbe decurtato il trasferimento statale. Nel concreto, bisogna vedere cosa sarà incluso nell’elenco». Di certo, la riforma demaniale corre soprattutto sull’acqua, per effetto della cessione del demanio idrico e marittimo alle Regioni. E in provincia si può immaginare l’interesse ad acquisire certi bacini (specie quelli balneabili) per migliorarne l’attrattività turistica e i ricavi delle concessioni. Ad oggi sono potenzialmente trasferibili alla Regione tutti i laghi del territorio (che non sono alienabili). E poi? È ancora da chiarire. «Ad oggi è previsto che il demanio idrico sia affidato a livello regionale – dice Alessandro Alfieri, consigliere regionale e responsabile enti locali del Pd Lombardia – poi potrebbe essere anche affidato alle Province ed enti locali, ma che questo avvenga e in che modo è ancora da vedere. Di certo il provvedimento è un passo avanti importante sul percorso del federalismo, con buone prospettive di valorizzazione delle coste e delle spiagge della provincia, come anche di altri beni». L’assessore regionale Romano Colozzi ha già detto che «il demanio idrico non va spezzettato» e quindi allocato alla Regione stessa. Galli però la pensa diversamente: meglio l’ente più vicino, a seconda della dimensione del lago o del fiume: «Ognuno deve fare la sua parte, secondo il principio della sussidiarietà – dice il presidente della Provincia – Che un lago interno come quello di Varese o di Ghirla passi alla Regione e non agli enti locali non ha senso. Per il lago Maggiore, invece, può essere giusto il trasferimento alle Regioni se sarà questo il principio approvato anche per il demanio marittimo: se si deciderà di affidarlo direttamente ai comuni, però, lo stesso deve avvenire anche per i grandi laghi».
b.melazzini
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