Primavera del FAI VareseAlla scoperta di Viggiù

VARESE Finisce l’inverno e ritorna la Giornata FAI di Primavera. È il momento dell’anno in cui il FAI invita gli italiani nelle piazze, nei palazzi e nelle chiese, in centinaia di luoghi diversi, da nord a sud, per scoprire monumenti e luoghi spesso inaccessibili e per conoscere l’impegno e la passione del Fondo Ambiente Italiano. Giunta alla 17a edizione, la Giornata FAI di Primavera, in programma il 28 e 29 marzo vede quest’anno

il coinvolgimento di 210 località italiane e 580 beni. La Delegazione FAI di Varese, grazie alla collaborazione del Comune di Viggiù, invita tutti i cittadini alla scoperta della straordinaria storia di Viggiù, delle sue cave di pietra e dell’eccezionale patrimonio d’arte che generazioni di scalpellini, scultori e architetti, che qui sono nati e si sono formati, hanno lasciato a testimonianza di secoli in cui l’economia e la cultura del paese si è basata quasi esclusivamente sull’attività di estrazione della pietra, quella “pietra di Viggiù” impiegata per realizzare e decorare centinaia di edifici e monumenti della nostra regione e non solo.Sabato 28 marzo, dalle ore 14.30 alle 17.30 e domenica 29 marzo, dalle 10.00 alle 17.30, i musei, le chiese e molti altri monumenti di Viggiù apriranno le loro porte per un itinerario che condurrà i visitatori, grazie alle visite guidate proposte dal FAI, alla scoperta (o riscoperta) della storia del paese e del suo patrimonio artistico e architettonico. L’itinerario di visita proposto inizia dal Museo Civico Enrico Butti. L’edificio, sorto per iniziativa di Enrico Butti (1847-1932) che nel 1926 lo donò al Comune insieme alla propria villa e al parco, raccoglie circa ottanta modelli in gesso dello scultore viggiutese, tra cui i monumenti al guerriero di Legnano, a Giuseppe Verdi, oltre a diverse opere funerarie realizzate per il cimitero monumentale di Milano. Da segnalare il monumento al Minatore premiato all’Esposizione Universale di Parigi del 1889. Al primo piano è collocata la quadreria del maestro.

In un padiglione edificato negli anni ’60, secondo le intenzioni dello scultore Giacomo Buzzi Reschini (1881-1962), è invece allestito il Museo degli Artisti Viggiutesi del Novecento, che ospita le opere dell’artista e di altri esponenti della scultura viggiutese dell’ultimo secolo.

Di fronte al Museo Butti aprirà i suoi cancelli il Cimitero Vecchio, realizzato nel 1818. Le tumulazioni terminarono nel 1910 e da allora il cimitero non ha subito alcun intervento, conservando una suggestiva atmosfera tipicamente romantica. Le tombe, realizzate dai principali scultori viggiutesi del tempo, rappresentano una testimonianza intatta di arte sepolcrale dell’Ottocento lombardo.

Nel centro del paese è l’articolato complesso architettonico di Villa Borromeo (oggi di proprietà comunale), casa di villeggiatura tardo neoclassica edificata per il conte Renato Borromeo. Oltre al giardino ottocentesco si potranno visitare alcune sale della Villa, dove sarà allestita una mostra fotografica di Gottardo Ortelli dedicata ai portali in pietra che ornano molte case del paese. La Scuderia di Villa Borromeo, dall’insolita pianta circolare e decorata lungo le pareti da eleganti teste equine in terracotta, ospita il Museo dei Picasass, una delle poche esposizioni permanenti in ambito lombardo dedicate agli strumenti, ai materiali e alle testimonianze relative alla diverse fasi della lavorazione della pietra. L’Orangerie ospita invece il Museo degli Artisti Viggiutesi dell’Ottocento, sezione dei Musei Civici dedicata agli scultori viggiutesi del XIX secolo.

La visita presso Villa Borromeo sarà inoltre allietata da un concerto di sax (sabato, ore 15.00-16.00)

L’edificio della Società Operaia di Mutuo Soccorso (SOMS), conserva la collezione dei modelli in gesso e dei disegni opera degli allievi della scuola d’arte industriale istituita nel 1872, fondamentale per la formazione di ottimi artisti e scalpellini non solo viggiutesi. Ancora oggi vi si svolgono i corsi della Bottega dell’Arte. L’edificio aprirà le sue porte con l’organizzazione di laboratori dimostrativi di scultura della pietra, modellato, disegno chiaro scuro, pittura, fusione con osso di seppia ed una mostra personale dedicata allo scultore viggiutese Giuseppe Galli, per anni attivo in Etiopia presso la corte del Negus Ailè Selassiè.

L’itinerario di visita proposto prosegue con la Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano, dal ricco interno che custodisce, tra le tante opere d’arte, due tele di Isidoro Bianchi e una della scuola romana dei Carracci, oltre alle vetrate del pittore Aligi Sassu. L’elegante campanile è stato costruito tra il 1577 ed il 1594 su progetto dell’architetto Martino Longhi il Vecchio.

In questa chiesa l’imperatore Sigismondo emanò nel 1413 l’editto di convocazione del Concilio di Costanza.

Oltre alla Parrocchiale sono numerose le chiese del paese, a testimonianza della devozione dei viggiutesi ma anche del benessere economico raggiunto nei secoli passati grazie all’estrazione e lavorazione della pietra. Si potranno così visitare anche la Chiesa della Madonna della Croce – con un pregevole altare settecentesco di Gabriele Longhi, ricco campionario delle principali pietre decorative impiegate dai “marmorini” viggiutesi – la settecentesca Chiesa della Madonnina; la Chiesa della Madonna del Rosario, dal sorprendente interno barocco a unica aula, scandito da colonne in marmo policromo e da eleganti balconcini e l’antica chiesa di San Martino, la prima chiesa parrocchiale di Viggiù, a lungo utilizzata come cappella privata e mausoleo dei Longhi, importante famiglia di architetti i cui principali esponenti ebbero un ruolo di primo piano nella Roma del Cinquecento e Seicento.

La salita in auto o a piedi (in 40 minuti circa lungo la vecchia mulattiera) alla sommità del colle Sant’Elia offrirà una piacevole digressione naturalistica, con panorama sulla Val Ceresio e sul lago di Lugano, ma anche la possibilità di percorrere la via del Rosario, con ventuno tondi in bronzo dorato realizzati nel 2008 da calchi in gesso di Floriano Bodini, e di scoprire quel prezioso scrigno che è la Chiesa di Sant’Elia, con interno interamente affrescato con le storie del profeta Elia, opera del pittore ticinese Francesco Giorgioli (1711 circa).

Gli iscritti al FAI, vecchi e nuovi, potranno visitare in esclusiva e fino ad esaurimento posti (prenotazioni presso FAI-Villa Panza, tel. 0332 283960 o in loco) le antiche cave di pietra arenaria, dove il lavoro dei cavatori ha creato nei secoli suggestive ambientazioni paragonabili a imponenti cattedrali scavate nella pietra. I visitatori delle cave potranno anche sostare nella Bottega di Virginio Gussoni uno degli ultimi viggiutesi a portare avanti la tradizione dell’arte della lavorazione della pietra, magistrale esecutore dei modelli di grandi scultori del Novecento, primo fra tutti Floriano Bodini.

In tutti i Beni aperti al pubblico saranno proposte visite guidate realizzate con la collaborazione degli “Apprendisti Ciceroni” del Liceo Ginnasio Statale “E. Cairoli”, del Liceo Artistico “A. Frattini” di Varese e della Scuola Media Statale “G. Buzzi Reschini” di Viggiù, dell’Associazione Guide Varese Aperta di Varese, degli agronomi dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Varese e dei volontari delle associazioni viggiutesi.Grazie alla stroaordinaria collaborazione del Comune di Viggiù e delle associazioni di volontariato locali durante il fine settimana della Giornata FAI di Primavera saranno organizzati stand gastronomici in Via Roma e Piazza Artisti Viggiutesi, mentre la visita delle chiese sarà allietata da momenti musicali a cura della Filarmonica Giacomo Puccini, con un concerto per organo e tromba nella Chiesa Parrocchiale (domenica, ore 15.30-16.30), un concerto per flauti nella Chiesa della Madonna del Rosario (domenica, ore 15.00-16.00), e con il Coro Stella Alpina nella Chiesa di Sant’Elia (Sabato, ore 16.30-17.30).

E i pompieri? Non poteva mancare un omaggio ai pompieri di Viggiù, resi celebri dalla canzone irriverente del maestro Armando Fragna e dall’omonimo film-rivista con Totò: nel cortile del Palazzo Municipale (Via Roma 10) una mostra fotografica ripercorrerà la storia del corpo di pompieri volontario creato nel 1912. Informazioni ed elenco completo delle aperture al numero di telefono 0321/443553 24 ore su 24 oppure www.fondoambiente.it

e.marletta

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