VERBANO L’Asl lancia l’allarme: è a rischio la balneabilità del lago Maggiore. Dalle analisi effettuate martedì e mercoledì scorsi, 24 e 25 agosto, sono risultate «fioriture algali diffuse lungo tutto il tratto rivierasco del bacino lacustre accompagnate in alcuni tratti dalla presenza di schiume». Così ha comunicato ieri il dipartimento competente dell’azienda sanitaria varesina. In particolare non è stata rilevata la presenza di tossine algali, ma d’altra parte è vero anche che le analisi vengono eseguite soltanto su pochi campioni d’acqua, mentre il fenomeno risulta diffuso su tutto il lago e non si presenta in modo uniforme. Inoltre, come ha ricordato l’Asl nel comunicato inviato alla stampa, le zone di fioritura «possono spostarsi e comparire in più siti grazie anche ai venti ed alle correnti»: per questo il suggerimento «a titolo precauzionale» è di «evitare di immergersi, bagnarsi, nuotare e avere contatti prolungati con acque in cui siano evidenti fioriture algali accompagnate da schiume». Non solo. «Si consiglia di evitare di ingerire acqua nuotando – aggiungono – e di fare la doccia appena usciti dall’acqua, provvedendo ad asciugare completamente tutto il corpo, con particolare riguardo al capo, e ad indossare un costume pulito ed asciutto». Ma come accorgersi della presenza delle alghe? Le fioriture, secondo le indicazioni fornite, possono essere riconosciute «per la formazione di strie e/o addensamenti di colore verde giallastro e sono di frequente accompagnate dalla presenza di schiume con
un odore caratteristico di terra, fungo e muffa». Arrivano ad essere visibili solo quando proliferano talmente tanto da raggiungere un’alta concentrazione in superficie, e questo accade quando l’acqua è ricca di sostanze organiche (inquinanti o meno), è piuttosto calda, c’è molta luce e il tempo è stabile. Non tutte le alghe però generano tossine. «La fioritura algale – spiega il professor Marco Saroglia dell’università dell’Insubria – è un fenomeno assolutamente ricorrente e naturale per i nostri laghi. Questo però non significa che in acqua ci siano sostanze pericolose o addirittura tossiche». Insomma, attenzione sì, ma l’allarmismo sarebbe davvero ingiustificato in questo caso. «Dal documento dell’Asl non risulta nemmeno di che alga si tratti, in quali zone sia presente e in che concentrazione, ma viene detto solo che non è stata trovata nessuna molecola tossica: direi che l’allarme non esiste». Fermo restando che il divieto di balneazione, in caso di riscontro positivo di sostanze tossiche, è in capo ai sindaci dei comuni in cui si collocano le zone rivierasche interessate che hanno l’onere di emanare un ordinanza per vietare i tuffi nel lago. «L’Asl impone il divieto e non mi pare la comunicazione sia da interpretare come tale – spiega Saroglia – Certo che quando ci si bagna in acque libere è sempre bene controllare che non siano sporche o vicine a scarichi fognari, ma questa è una regola di comune buon senso».
b.melazzini
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