Il 5 dicembre 2020 Busto Arsizio fu scossa dal ritrovamento del corpo senza vita di Roksana Vasti, una donna ucraina di 45 anni che da tempo viveva ai margini della società. Il cadavere fu scoperto all’interno di un container situato in un cantiere abbandonato di vicolo Landriani, luogo da anni trasformato in rifugio improvvisato per senzatetto, tossicodipendenti e persone in condizioni di estrema fragilità.
Dopo quasi cinque anni, il caso approda finalmente nelle aule giudiziarie. L’udienza preliminare, affidata al gup Francesca Roncarolo, dovrà valutare la richiesta di rinvio a giudizio presentata nell’aprile 2025 dal pubblico ministero Francesca Parola, oggi presidente di sezione al Tribunale di Verbania. Sul banco degli imputati c’è Muhamed Bajran, conosciuto tra i senza fissa dimora come Frank, accusato di essere il responsabile della morte della donna.
L’uomo, di origini macedoni e già noto alle forze dell’ordine, fece perdere le proprie tracce subito dopo l’omicidio. Da allora risulta irreperibile. Il suo stato di latitanza rappresenta un nodo cruciale per il procedimento: senza la sua presenza, il processo rischia di trasformarsi in un lungo iter giudiziario condizionato da continue difficoltà procedurali. Non si esclude che venga emesso un mandato di cattura internazionale.
Il delitto di Roksana avvenne in un contesto di degrado urbano e sociale. La donna e Bajran condividevano spazi fatiscenti segnati dall’alcol e dall’assenza di prospettive. La violenza esplosa in quell’ambiente è diventata il simbolo di una marginalità estrema che spesso resta invisibile fino a quando non si trasforma in tragedia.
Oggi, a distanza di cinque anni, l’apertura del processo rappresenta non solo un passaggio giudiziario fondamentale, ma anche un momento di memoria collettiva per una vicenda che aveva destato forte impressione nell’opinione pubblica. L’attesa della giustizia si intreccia con l’incertezza legata alla cattura dell’imputato.
Il caso di Roksana, che aveva trovato in un container il suo rifugio, torna così sotto i riflettori.