Al via il processo ad Alessandro Maja, unico imputato per la strage di Samarate

Al via il processo ad Alessandro Maja, accusato di duplice omicidio volontario aggravato e tentato omicidio. L’avvocato del figlio sopravvissuto e della famiglia delle vittime dichiara che il processo non presenta dubbi sulla responsabilità, ma solo sull’imputabilità (nella foto d'archivio il Tribunale di Busto Arsizio)

BUSTO ARSIZIO – Ha preso il via oggi, venerdì 13 gennaio, in Tribunale a Busto Arsizio il processo per la strage del maggio scorso a Samarate, che vede come imputato Alessandro Maja per l’uccisione della moglie Stefania Pivetta e della figlia Giulia. L’uomo è accusato dunque di duplice omicidio volontario aggravato e di tentato omicidio del figlio Nicolò, che invece è riuscito a sfuggire alla furia omicida (e ora vive con i nonni, ndr) nella quale, di notte, Maja ha colpito prima la moglie,

poi la figlia con un martello in testa.
L’imputato inizialmente aveva indicato Manuel Gabrielli, come suo legale, il noto penalista che è venuto a mancare proprio sabato in circostanze misteriose (è stato trovato morto nel garage della propria abitazione e per il quale è stata disposta l’autopsia, ndr) poco prima del processo, e che era stato legale di Mario Frigerio, l’unico sopravvissuto alla strage di Erba. Il nuovo avvocato di Maja sarà adesso un collega dello studio di Gabrielli.

Quanto alla difesa del piccolo Nicolò e dei familiari quale parte lesa, se ne occupa l’avvocato Stefano Bettinelli, che dichiara per l’occasione “Loro puntano sull’incapacità di intendere e di volere, quindi chiederanno una perizia. Ma ci sarà opposizione sul punto: il soggetto secondo noi, purtroppo, era ben conscio di quello che stava facendo”. E conclude: “Il processo non presenta dubbi sulla responsabilità, solo sull’imputabilità”.