Altro che Miracolo. Il primo graffio dell’Artiglio

La Openjobmetis Varese espugna Caserta e si stacca dall’ultimo posto: Cremona e Pesaro perdono. Decisivi Johnson e Maynor, ma anche Anosike (21 rimbalzi) e Ferrero. Perfetto il piano partita di coach Caja

Hai voglia a dire progressi: senza una vittoria a corroborarli, alla lunga, fai la figura di un Nostradamus che ha sbagliato lavoro, di un visionario dotato di un ottimismo senza costrutto, di un illuso che si sforza di legare la sabbia. Progressi: sì in difesa, nella coralità dell’attacco, nell’atteggiamento di giocatori che – dopo mesi di crolli – provano a rimanere con la testa e con il cuore nelle partite, ogni volta un minuto di più.

È che sembra tutto inutile. Venezia, poi Cremona, poi Torino, poi Sassari: il profumo del fango è sempre più pungente.
Di inutile, invece, non c’era niente. Ora sappiamo che quelle erano solo tappe di un percorso – lungo e faticoso – per arrivare a Caserta e ritrovare il sorriso.
Al PalaMaggiò finisce 80-86: è vittoria, finalmente. Un successo che – solo per una sera – ripaga di tante sofferenze (ruolino pre-campano: cinque sconfitte consecutive, otto nelle ultime nove gare) e vale doppio: perde Cremona (massacrata da Trento), perde Pesaro (grazie Frank Vitucci). Rimangono al palo le due concorrenti dirette della salvezza, entrambe in casa: la Openjobmetis ora è terz’ultima. Un passo da canguro dopo mille retromarce da gambero, tutto in una sola notte.

E non c’è nulla di casuale in quello che accade nel giorno del commosso ricordo di uno dei pezzi di storia del basket italiano (Caserta piange il suo Shackleford, quello del miracolo di un sud cestistico per una volta padrone). Non c’è nulla di casuale perché Varese di miracoli non ne fa: nella sua resurrezione ci sono solo voglia, sostanza, merito, capacità di soffrire. Non c’è la perfezione: la truppa che torna a casa, dopo secoli, con il referto rosa è come se non avesse Eyenga (7 punti, 1/13 al tiro, troppi errori), ha una disgrazia di nome Kangur (“virgolone” e una costante sensazione di impotenza), ha nel suo incedere pause, occasioni sprecate e fuori giri.
C’è, invece, la lotta degli uomini giusti al momento giusto: due leader (Maynor – 21 punti e 7 falli subiti – guida che non trema; Johnson – 26 punti, 50% da tre – cecchino dalla freddezza stavolta invidiabile) e due gregari generosi (Anosike – 21 rimbalzi: ma chi lo critica sa quanto possono valere 21 rimbalzi? – un aspirapolvere sotto le plance; Ferrero – 15 punti, 7/7 ai tiri liberi, due triple – l’uomo simbolo di questo percorso diventato meta). C’è un collettivo che lotta, che difende come non ci fosse un domani, che risponde ai tentativi di ritorno dei padroni di casa, che si fa superare ma non staccare. E c’è un comandante – Attilio Caja – che azzecca alla perfezione il piano partita, anestetizzando Sosa per 30 minuti ed evitando che lo stesso metta in ritmo i compagni: quando il newyorkese si è sveglia, si ritrova solo. Quella di Caserta è la sua vittoria, i passi di Varese sono i suoi passi. Ora sotto con Milano: la caduta è probabile, ma il materasso da ieri è un po’ più morbido.

In avvio Johnson sembra sul pezzo, Ferrero anche: i dardi dei due regalano il primo vantaggio agli ospiti (6-7 del 3’). Una rondine che non fa primavera, visto che Caserta risponde con un 9-0 di parziale (15-7 al 5’) sfruttando i regali dei lunghi biancorossi e colpendo anche dalla distanza con il longilineo Putney. Lo sbandamento dura un attimo, poi Varese si rimette sulla strada del giudizio: Anosike segna due volte da sotto (che assist di Ferrero) e Maynor taglia la retroguardia campana come il coltello nel burro: al 7’ è pareggio (15-15). Ci si prende gusto: Giancarlo da Bra è ancora sartoriale da fuori, Eric da Raedford colpisce in penetrazione, Dominique da Detroit replica dalla distanza. In tre azioni si vola al +7 (19-27 al 9’), stesso margine con cui si chiudono i primi 10’ (21-28).
La Pasta Reggia alza però i giri della difesa e i biancorossi si fermano offensivamente per più di 3 minuti. Un Sosa alterno segna il -6 casalingo (26-32 al 13’), poi il motore biancorosso si rimette in moto sull’asse Eyenga-Pelle e raggiunge le alte velocità con Johnson e ancora con Maynor (31-42 al 15’). Abbassare la guardia, però, è vietato: prima Cinciarini, poi Diawara (che si mangia Ferrero in post) accorciano (39-44 al 18’), con la tripla di Bostic – cui risponde la serpentina di Johnson – che riapre davvero la contesa (43-47 al 20’).
Le buone sensazioni dei venti minuti iniziali vengono subito cancellate dall’avvio di ripresa. Una Openjobmetis ora molle diventa subito preda di Putney e compagni, liberi di affondare da sotto (con Watt) e di correre in campo aperto (con Sosa): chiaro che il minimo vantaggio prima si assottigli, poi venga cancellato (sorpasso sul 53-51). Nella parte di campo offensiva Varese fa vedere il peggio di se stessa: palle perse di Eyenga, Kangur stoppato da solo in contropiede, uno 0/4 ai liberi (di Anosike e di Maynor) che grida vendetta. In tale plateau di sconcezze cestistiche Caserta prova allora a scappare (58-54 al 26’), ma viene fermata da Maynor (tripla) e quindi sorpassata dalla grinta di Ferrero (due liberi e l’arcobaleno del 60-61). Johnson segue i compagni e segna un’altra “bomba”: è 60-64, più o meno il punteggio del 30’ dopo gli errori di Diawara (in lunetta) e Cavaliero e i due liberi di Giuri (62-66).
Ancora Johnson inaugura l’ultimo quarto con una tripla: Caserta prova a reagire ma – tra palle perse, sfondamenti e tiri errati – sbaglia tutto ciò che c’è da sbagliare. Il peccato degli ospiti– che potrebbe essere mortale – è quello di non approfittarne fino in fondo: di nuovo la guardia Usa fissa in “jumper il 62-72 del 34’, ma -prima e dopo questo bersaglio – gli errori biancorossi si fanno pesanti. Gli uomini di Dell’Agnello allora si rifanno sotto, e con Putney e Sosa, arrivano fino al 75-76 del 38’. Eyenga sembra voler scrivere una pagina diversa dalla vittoria con il suo 1/3 ai liberi, poi Caja reclama e ottiene (tramite l’istant replay) una rimessa che risulterà decisiva: pochi secondi dopo Myanor regala (con l’unico assist della sua gara) il +4 ad Anosike e Sosa sbaglia l’entrata. Si va di fallo sistematico e Johnson non trema. E’ fatta.

Sosa 22 (6-14, 2-8), Bostic 10 (2-4 da 3), Diawara 3 (1-2, 0-6), Puntney 20 (3-8, 4-6), Watt 12 (5-7, 0-1); Cinciarini 6 (2-3, 0-2), Gaddefors 3 (1-1 da 3), Giuri 4 (1-1, 0-3), L. Johnson (0-1). Ne: Riccio, Ventrone, Cefarelli. All. Dell’Agnello.

Maynor 21 (5-12, 2-6), D. Johnson 26 (5-7, 4-8), Eyenga 7 (0-9, 1-4), Ferrero 15 (1-2, 2-5), Anosike 10 (4-6); Avramovic 3 (1-1), Pelle 4 (1-3), Bulleri, Cavaliero (0-2), Kangur (0-1). Ne: Devita, Canavesi.

Mazzoni, Vicino, Calbucci

Da 2: C 18-36, V 17-43. Da 3: C 9-31, V 9-23. Tl: C 17-23, V 25-35. Rimbalzi: C 36 (10 off., Diawara, Watt 7), V 42 (8 off., Anosike 21). Assist: C 12 (Sosa 6), V 5 (Eyenga 2). Perse: C 12 (5 con 2), V 14 (Johnson, Avramovic 3). Recuperate C 11 (Watt 3), V 5 (Anosike 2). Usc. 5 falli: Pelle, Ferrero, Watt. F. tecnico: Watt e Anosike (22.19).