Area B e C a Milano, i medici contro Sala: “Colpiti oltre 3mila camici bianchi, visite a rischio”

A fine mese scade la deroga per la categoria: al bando le vetture Euro 4 a benzina o Euro 5 diesel. dei professionisti L'ordine meneghino dei medici chirurghi e odontoiatri paventa "un duro colpo alla sanità pubblica e alla medicina di famiglia". Appello al sindaco

MILANO – “Area B e C, arriva la ‘scure’ su oltre 3mila medici milanesi“. Per le restrizioni alla mobilità nel capoluogo lombardo, l’Ordine meneghino dei medici chirurghi e odontoiatri paventa “un duro colpo alla sanità pubblica e alla medicina di famiglia”. E lancia un appello al sindaco Giuseppe Sala, lamentando che resta “senza risposta da 20 giorni lettera Pec” inviata dall’Omceo al primo cittadino. “Medici milanesi appiedati o costretti a muoversi con mezzi pubblici, a patto che non dispongano di una vettura almeno Euro 4 a benzina o Euro 5 diesel, o si dotino di un dispositivo containgressi (Move-In)”. E’ questo, denuncia l’Ordine, il destino cui andranno incontro dal prossimo 30 settembre i professionisti della medicina convenzionata ambrosiana (medici e pediatri di famiglia, medici di continuità assistenziale e medici specialisti ambulatoriali), nonché i ‘camici bianchi’ che devono recarsi al turno di lavoro in pronto soccorso e nei reparti d’ospedale.

Scade infatti a fine mese, ricorda l’Omceo, la deroga all’ordinanza comunale 1906/2021 che consente alla categoria di circolare con vetture Euro 4 benzina ed Euro 5 diesel anche nell’Area B, senza sanzioni e restrizioni, per esercitare la loro attività indispensabile e di servizio alla comunità. A ciò, evidenzia l’Ordine, si aggiunge anche un rincaro sul costo di accesso all’Area C, che passa da 5 a 7,50 euro. Dopo la lettera inviata al sindaco Sala “tutto tace”, protestano i medici che ribadiscono la loro richiesta:

“Rinnovare la deroga di mobilità almeno per altri 2 anni, estesa a tutti i medici e odontoiatri che devono poter usare la propria auto per prestare servizio alla comunità”, rispettare “i turni di reperibilità in ospedale e/o altre richieste di emergenza”. Per l’Omceo “il limite alla circolazione è un ulteriore duro colpo alla sanità pubblica e alla medicina generale e convenzionata, già in crisi per una carenze di risorse che costringe i professionisti a un tour de force quotidiano. E certamente disincentiva i nuovi medici ad abbracciare la scelta delle medicina di famiglia”.


“Il sindaco sicuramente conosce bene le criticità che sta attraversando la medicina territoriale, legata a una carenza ormai cronica di medici, aggravata dai pensionamenti anticipati di molti colleghi, stanchi delle sempre maggiori difficoltà burocratiche e operative che rendono estremamente gravoso svolgere la professione – afferma Roberto Carlo Rossi, presidente OmceoMi – In questo senso, come noto e a titolo di esempio, nella città metropolitana di Milano ormai sono almeno 300 i posti vacanti di medici di famiglia che non vengono occupati. E di certo li problema della mobilità nell’ambito cittadino rientra tra i motivi di sofferenza della categoria”.

“La proroga dell’ordinanza, dunque, va oltre la richiesta: è un’esigenza”, precisa Rossi. E’ infatti “elevata – rimarca – la percentuale di colleghi medici che non sono stati in grado, o che non lo saranno, di cambiare la propria auto per essere in regola. Non potranno esercitare usando i mezzi pubblici. Ciò significa impedire ai pazienti di ricevere le visite a domicilio, soprattutto se anziani, con problemi di mobilità o senza un caregiver, o mettere il medico in difficoltà nello svolgere i turni di reperibilità in ospedale (come spostarsi di notte sui pochi e pericolosissimi mezzi pubblici di Milano?), così come nel muoversi con facilità e in autonomia per la città. Una limitazione che la medicina generale convenzionata e la pediatria di libera scelta, in funzione dell’attuale tessuto sociale e demografico – ammonisce il presidente – non può sostenere”.

“L’appello al sindaco Sala – chiarisce Rossi – è di prorogare l’ordinanza 1906/2021 che disciplina l’accesso di veicoli nella Zona a traffico limitato, ovvero l’Area B, per almeno 2 anni e di estenderla all’intera categoria, dai medici e pediatri di famiglia ai medici di continuità assistenziale e medici specialisti ambulatoriali, compresi gli odontoiatri. Un appello che rivolgo in qualità di presidente OmceoMi e a nome dei moltissimi medici che, tramite telefonate ed email, richiedono un pronto intervento. Certamente a beneficio di noi professionisti, ma soprattutto della cittadinanza tutta. Ho appreso che già un consigliere comunale, Riccardo Truppo” capogruppo di Fratelli d’Italia, “ha presentato una mozione che va proprio nella direzione di ciò che abbiamo richiesto. Spero che, al di là degli schieramenti, questa mozione trovi esito positivo nell’ambito del Consiglio comunale”.