Arresto a Malpensa: catturato un sospetto hacker al servizio del governo cinese

L’avvocato difensore, Enrico Giarda, ha definito la vicenda «fumosa» e ha messo in dubbio la consistenza delle accuse, sottolineando la necessità di ulteriori approfondimenti (foto d'archivio)

MILANO – A distanza di quasi due anni dal clamoroso caso di Artem Uss – l’oligarca russo fuggito dai domiciliari a Basiglio poco prima dell’estradizione negli USA – la storia sembra ripetersi all’aeroporto di Malpensa. Questa volta a finire in manette è stato Xu Zewei, 33 anni, cittadino cinese e tecnico informatico, arrestato il 3 luglio scorso mentre si trovava in Italia per una breve vacanza con la moglie.

Sul suo capo pendeva un mandato d’arresto internazionale emesso nel 2022 dal distretto meridionale del Texas, negli Stati Uniti. Le accuse, gravi e articolate, parlano di frode telematica, accesso abusivo a sistemi informatici e furto d’identità aggravato, all’interno di un’associazione a delinquere finalizzata alla sottrazione di dati sensibili.

Secondo quanto comunicato dai giudici della quinta Corte d’Appello di Milano, che hanno disposto la custodia cautelare in carcere a Busto Arsizio, Xu Zewei sarebbe coinvolto in una vasta campagna di cyber-spionaggio coordinata dalle autorità cinesi. L’inchiesta dell’FBI sostiene che, insieme ad altri connazionali, avrebbe preso di mira università, centri di ricerca e istituzioni scientifiche internazionali, soprattutto negli Stati Uniti, in piena emergenza Covid, per sottrarre dati su vaccini e terapie.

L’avvocato difensore, Enrico Giarda, ha definito la vicenda «fumosa» e ha messo in dubbio la consistenza delle accuse, sottolineando la necessità di ulteriori approfondimenti.

Il confronto con la vicenda Uss, fuggito prima della decisione sull’estradizione, è inevitabile. Questa volta però, la giustizia italiana sembra voler agire con maggior cautela, evitando i margini di manovra che avevano portato al clamoroso caso diplomatico del 2023.