Astuti: “Sulle liste d’attesa la Regione deve fare di più. I dati sono drogati, ecco da cosa”

Il consigliere varesino del Pd attacca la Giunta Fontana a margine dell'audizione dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso in commissione Sanità del Consiglio regionale

MILANO – “Sulle liste d’attesa la Regione deve fare di più perché il fenomeno è anche più grave di come appare”. A dichiararlo è il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti a margine dell’audizione, oggi in commissione Sanità del Consiglio regionale, dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso.

“I dati, pur allarmanti, delle liste d’attesa in sanità sono drogati da alcuni comportamenti ormai consolidati in alcuni centri di prenotazione della sanità privata. Il primo è la chiusura delle agende per determinate visite ed esami, che nasconde di fatto l’allungarsi dei tempi di attesa. Il secondo è l’uso di proporre ai pazienti di chiedere al proprio medico di medicina generale due impegnative, con diversi gradi di urgenza, in modo da poter prendere la prenotazione, in caso,

su tempi più lunghi di quelli che sarebbero necessari. La terza è l’usanza di dare l’appuntamento con attesa superiore a quella prevista dall’impegnativa, ma di registrare quest’ultima solo in un secondo momento, in modo da far risultare che si è stati in grado di stare nei termini indicati dal medico. La responsabilità è delle aziende e soprattutto della Regione che non vigila sui comportamenti dei suoi fornitori e che dovrebbe pretendere dagli ospedali privati accreditati il conferimento delle agende per la gestione nell’unico centro di prenotazione regionale, pena la sospensione o revoca del contratto. Se è il pubblico a pagare quelle prestazioni è giusto che sia il pubblico a gestirle”.