Australian Open, i tennisti contestano i privilegi delle atlete

Melbourne, 28 gen. (Ap-Apcom) – Prima le donne? Certo, ma quando
si tratta di giocare sotto i riflettori le convenzioni del
galateo andrebbero messe da parte. Il messaggio indirizzato ai
vertici dell’Australian Open arriva dai protagonisti del
tabellone maschile, contrariati da quella che, ormai, è una
routine consolidata. E, in qualche caso, pericolosa: aprire le
sessioni serali a Melbourne Park con gli incontri del torneo
femminile e, poi, chiudere con un match del singolare maschile.
“Se ci deve essere uguaglianza assoluta allora credo che gli
uomini ogni tanto debbano giocare il primo incontro serale nei
tornei dello Slam, la programmazione deve essere la stessa”, ha
protestato oggi Andy Roddick, lo statunitense approdato in
semifinale grazie al ritiro del serbo Novak Djokovic.

Il numero 3 del mondo ha gettato la spugna nei quarti di finale
di oggi a causa dei crampi, dovuti a suo dire al sole cocente del
pomeriggio e all’ottavo di finale che lo aveva tenuto in campo
contro il cipriota Marcos Baghdatis fino alle 2.26 del mattino di
lunedì. “Non credo che giocare così tardi possa dare benefici a
molti”, ha detto il serbo, “dopo quel match sono andato a dormire
attorno alle 5.30 e non ho avuto tempo per recuperare”.

Il match
con Baghdatis – che lo scorso anno fece le ore piccole anche con
Lleyton Hewitt chiudendo un match addirittura alle 4.34 del
mattino – era iniziato tardi a causa del prolungarsi del
precedente match del tabellone femminile. “Sarebbe carino
cambiare un po’ le cose, far iniziare i ragazzi qualche volta
alle 19.30”, ha detto lo svizzero Roger Federer, ieri volato in
semifinale con un terrificante 6-3, 6-0, 6-0 a spese del
malcapitato argentino Juan Martin del Potro. “Se come oggi le
ragazze vanno per le lunghe”, ha aggiunto il fuoriclasse di
Basilea, “a noi tocca iniziare alle 22. E’ tardi per i tifosi ed
è tardi per tutti. Si rischia di ritrovarsi con gli incontri più
importanti fino alle 2 del mattino”.

Quello della programmazione non è l’unico grattacapo per gli
organizzatori del major di Melbourne. Le autorità dello stato di
Victoria hanno fatto intendere che i 35 gradi registrati oggi
potrebbero essere solamente un antipasto: nei prossimi quattro
giorni la colonnina di mercurio dovrebbe salire a 40 gradi
stabilendo così l’ondata di caldo più lunga delle ultime 50
estati a Melbourne. Nella regione di Melbourne ci si attrezza
contro le due minacce principali, gli incendi ed i collassi
dovuti a disidratazione. “Oggi le condizioni erano davvero
estreme”, ha detto Djokovic, che abdicando ha abbassato le quote
di una finale Federer-Rafael Nadal: “La sfortuna è stata che oggi
mi sono trovato a giocare a metà pomeriggio con molto caldo e
questo mi ha condizionato. Avevo chiesto di giocare nella
sessione serale, – ha concluso Djokovic in conferenza stampa – ma
non sono stato accontentato”.

Cep

© riproduzione riservata