Automedica di Gallarate: la parola a Emanuele Monti

Si tratta di un «ridimensionamento dell’equipaggio di emergenza che non potrà contare sulla presenza del medico nelle ore notturne ma che comunque sarà sopperita dalla presenza dell’infermiere. L’automedica rimane».

Dopo la notizia della ripartenza del servizio notturno dell’automedica di Luino, ecco che si ferma quella di Gallarate: da lunedì 1 agosto, infatti, l’automedica di Gallarate è stata ridotta al solo turno diurno.

«La mancanza di personale medico anestesista e rianimatore non è una novità che si scopre ora e soprattutto non riguarda solo il gallaratese o i dintorni ma è ormai diffuso in tutto il territorio nazionale, a causa dell’imbuto formativo che si è accumulato a valle di scelte poche lungimiranti da parte dei governi nazionali. Sia chiaro che nessuno ha mai parlato di soppressione del servizio ma, tuttalpiù, di un ridimensionamento dell’equipaggio di emergenza che non potrà contare sulla presenza del medico nelle ore notturne ma che comunque sarà sopperita dalla presenza dell’infermiere. L’automedica rimane ed è bene che non passi un messaggio che il territorio è sguarnito, soprattutto se si considera anche la presenza di un sistema di elisoccorso all’avanguardia per le emergenze più gravi» ha detto Emanuele Monti, Presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali al Pirellone, intervenendo sulla questione dell’automedica di Gallarate.

«Mi sono subito attivato incontrando i tecnici di Areu, dell’Asst Valle Olona e il direttore generale al Welfare di Regione Lombardia per condividere le iniziative necessarie a mantenere un servizio efficiente. Abbiamo ipotizzato una risposta per quanto riguarda Gallarate ma che interesserà molti altri territori che stanno scontando le stesse problematiche di carenza di medici rianimatori. L’idea è quella di definire tariffe di remunerazione del personale aggiuntive per le aree dove difficilmente si riesce a reclutare queste figure.

È l’unica strategia che permetterebbe di risolvere in maniera strutturale la questione. Oltretutto – ricorda Emanuele Monti – la Lombardia è virtuosa anche in questo ambito specifico. Nei nostri equipaggi sono presenti medici rianimatori mentre in molte altre regioni il medico ha una specializzazione di tipo generalista e non per forza è un rianimatore. L’organizzazione lombarda offre dunque uno standard aggiuntivo e continuerà a farlo nonostante le difficoltà che stanno caratterizzando il sistema di cure di tutta Italia. Nelle prossima settimane definiremo questa proposta operativa per arrivare auspicabilmente nelle prime settimane di settembre con un risultato da condividere con la Giunta regionale lombarda».