Autostrade, sono aumentati i pedaggi: ecco le nuove tariffe

Scade il provvedimento con cui era stato posto un blocco all’aumento delle tariffe. Il Mita annuncia che i pedaggi sulle arterie di competenza di Autostrade per l'Italia a partire da oggi, primo gennaio, aumenteranno del 2%, con aggiunta di un altro 1,34% solo dal primo luglio 2023.

Gli automobilisti italiani dovranno fare i conti con gli aumenti dei pedaggi sulla rete autostradale nazionale a partire dal 2023. Per quest’anno infatti erano stati sospesi fino al 31 dicembre gli incrementi delle tariffe ed erano state applicate quelle vigenti alla data del 31 dicembre 2017.

Nel 2022, sul 98% degli oltre 6mila chilometri di rete autostradale a pedaggio, non sono stati effettuati aumenti. Fatta eccezione per la tratta A21 Piacenza-Brescia gestita da Autovia Padana (gruppo Gavio): +5,45%.

I pedaggi sulle arterie di competenza di Autostrade per l’Italia da oggi, primo gennaio, aumenteranno del 2%, con aggiunta di un altro 1,34% solo dal primo luglio 2023, annuncia una nota del Mita, nella quale il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, spiega che si rischiava “un aumento che sfiorava il 5% che è stato scongiurato” e che nel nostro Paese, gli incrementi sulle tratte interessate è inferiore all’inflazione”.

È confermato inoltre lo stop agli aumenti sulle Autostrade A24/A25 Roma-L’Aquila Teramo e Diramazione Torano Pescara: il Mit sta facendo approfondimenti per una eventuale riduzione.

Scongiurati gli aumenti nella stragrande maggioranza delle società autostradali italiane, 50% delle arterie senza incrementi, aggiornamenti delle tariffe graduali e con tagli rispetto alle previsioni. È quanto stabilito dal Mit, d’intesa con il Mef, col risultato che gli italiani potranno beneficiare di una situazione migliore rispetto ad altri Paesi europei.

In Spagna per undici tratte autostradali è previsto un incremento del 4% (rispetto alla richiesta media di +8,4%). In Francia è previsto invece una lievitazione media delle tariffe del 4,75% dal primo febbraio 2023, che si aggiunge al +2% del 2022.

Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia (Aspi), il principale gestore italiano a cui fa capo circa il 50% della rete a pedaggio, aveva parlato di una richiesta di aumento pari all’1,5%.

Nella nota ministeriale si legge che non si registrano inasprimenti per le società con aggiornamento del piano economico in corso (Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova S.p.A., Milano Serravalle, Società Autostrada Ligure Toscana p.A. – Tronco Autocisa, Società Autostrade Valdostane S.p.A., Tangenziale di Napoli S.p.A., Autostrada dei Fiori S.p.A. – A6, Società Italiana Traforo Autostradale del Frejus S.p.A., Società Autostrada Tirrenica p.A., Raccordo Autostradale Valle d’Aosta S.p.A, Concessioni Autostradali Venete S.p.A.).

Zero incrementi per le società con concessione scaduta (Autostrada del Brennero S.p.A, Società Autostrada Ligure Toscana p.A. – A12 Tronco Ligure Toscano -, Autovie Venete S.p.A., SATAP S.p.A. – Tronco Torino, Alessandria, Piacenza, Autostrada dei Fiori S.p.A., Società per Azioni Autostrada Torino-Ivrea-Valle D’Aosta), inalterate la BreBeMi, la Pedemontana Lombarda, la Strada dei Parchi Spa, il consorzio per le autostrade siciliane.