Bollette alle stelle: bar e ristoranti espongono le bollette per giustificare gli aumenti

Fipe lancia la proposta delle “Bollette in Vetrina”: «I clienti devono conoscere la situazione, ecco perché si paga tutto di più». Gli aumenti sono legati alle sanzioni dell'Europa nei confronti della Russia.

VARESE – Esercenti e commercianti pronti a protestare per sopravvivere contro l’impennata dei costi dell’energia esponendo in vetrina le bollette esagerate: Fipe Confcommercio lancia «una grande operazione di trasparenza a livello nazionale per mostrare ai cittadini e agli avventori di bar e ristoranti in quale situazione drammatica le imprese sono costrette ad operare».

Si chiama “Bollette in Vetrina” la protesta simbolica, ma significativa, che nei prossimi giorni porterà i gestori dei pubblici esercizi associati a Fipe-Confcommercio ad esporre, all’interno di una cornice che l’associazione di categoria recapiterà loro, le ultime bollette del gas e dell’energia elettrica. Bollette che, come è noto, sono triplicate rispetto a un anno fa a causa dell’impennata dei prezzi del gas dovuta alle sanzioni dell’Europa alla Russia.

Giordano Ferrarese, presidente provinciale e consigliere nazionale di Fipe Confcommercio, conferma l’adesione all’iniziativa anche degli esercenti del Varesotto: «Una situazione che sta costringendo gli esercenti a dover scegliere tra gli aumenti dei listini, finora assai modesti, e la sospensione dell’attività in attesa di un intervento risolutivo da parte del Governo».

«Questa iniziativa – rimarca Aldo Cursano, vicepresidente di Fipe-Confcommercio – ha l’obiettivo di rendere trasparente cosa sta succedendo oggi a chi gestisce un bar o un ristorante anche nel tentativo di spiegare ai clienti perché stanno pagando il caffè un po’ di più e con il rischio nei prossimi mesi di ulteriori aumenti. Con aumenti dei costi dell’energia del 300% si lavora con una pistola puntata alla tempia. Se il Governo non interviene o si agisce sui listini o si sospende l’attività. Contiamo sulla sensibilità dei cittadini e dei clienti perché fare lo scaricabarile dei costi è proprio quello che non vorremmo fare».

«Per questo Fipe Confcommercio – aggiungono in coro Ferrarese e Cursano – «ha chiesto al Governo di potenziare immediatamente il credito di imposta anche per le imprese non energivore e non gasivore, Un credito di imposta del 15% per l’energia elettrica non è assolutamente adeguato agli extra costi che le imprese stanno sostenendo ora. Occorre però fare presto, altrimenti si rischia di innescare una spirale inflazionistica destinata a gelare i consumi».