Botte alla moglie e ai figli, in manette padre violento

L’uomo, un operaio di 50 anni, era già noto alle forze dell’ordine

Marito violento in manette a Busto Arsizio. Nelle ultime ore i carabinieri hanno arrestato, infatti, un uomo di 50 anni che dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia: per lui sono stati disposti i domiciliari.

Nello specifico, i carabinieri della stazione di Busto Arsizio hanno dato esecuzione a un provvedimento restrittivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Busto Arsizio nei confronti di un 50enne, operaio, già noto alle forze dell’ordine.

La vicenda va inserita nel quadro della violenza domestica: si tratterebbe dell’ennesimo episodio di violenza tra le mura di casa, anche se le circostanze e i contorni dell’accaduto devono essere ancora chiariti con esattezza. Fatto sta che ancora una volta, la violenza sarebbe stata protagonista tra i componenti di un nucleo familiare.

L’aggravante è che tra le vittime ci sarebbero anche due ragazzini delle elementari che loro malgrado hanno dovuto affrontare questa situazione molto pesante, del tutto ingestibile a quell’età.

Il provvedimento, che recepisce integralmente gli esiti dell’attività investigativa prodotta dai carabinieri della stazione di Busto Arsizio svolta in seguito della denuncia presentata dalla moglie dell’uomo, una 35enne del posto, avrebbe fatto venire a galla una lunga serie di gravi e reiterati maltrattamenti ai danni della moglie, ma anche dei figli minorenni.

Secondo la ricostruzione investigativa, basata sulla versione dei fatti raccontati dalla signora, il campionario sarebbe stato piuttosto vasto: botte, grida, cellulari rotti, anni di soprusi. Una situazione per la quale i carabinieri avrebbero avuto anche conferme e riscontri.

Purtroppo la situazione non è di certo una novità. Sono sempre più numerosi gli episodi che si susseguono tra le mura domestiche, laddove, invece, ci si dovrebbe sentire più al sicuro rispetto a qualunque altro luogo.

Tornando ai fatti di Busto Arsizio, l’intero nucleo familiare è stato collocato in una comunità protetta.

Il presunto responsabile di tali maltrattamenti, al termine delle formalità di rito, è stato trasferito al proprio domicilio in regime di detenzione domiciliare a disposizione dell’autorità giudiziaria di Busto Arsizio.