Busto Arsizio celebra il 4 Novembre “sulle orme delle guerre mondiali”

Inaugura il 6 novembre alle 11 al Museo del Tessile una mostra fotografica che ripercorre, attraverso splendide immagini, i sentieri della Grande Guerra e della Seconda Guerra Mondiale, per non perdere la memoria di chi partì per non tornare. In mostra fino al 27 novembre.

BUSTO ARSIZIO – In occasione delle celebrazioni per la Giornata delle Forze armate e dell’Unità Nazionale, l’Amministrazione comunale, in collaborazione con le sezioni locali dell’Associazione Nazionale Alpini e dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, promuove la mostra fotografica “Si combatteva Qui! Sulle orme delle guerre mondiali” di Alessio Franconi, che sarà esposta fino al 27 novembre nelle sale gemelle del Museo del Tessile tutti i giorni dalle 9 alle 17.30.

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Patrocinata dalla Commissione Europea ed esposta sia in Italia che in Europa, la mostra, che spiega la guerra illustrando i luoghi dei combattimenti, ha lo scopo di ricordare le sofferenze delle Guerre e di non dimenticare il costo del sacrificio umano, oltre a guidare il visitatore verso una più profonda comprensione del valore della pace e dell’impegno pluridecennale dell’Unione Europea per prevenire nuovi conflitti armati entro i propri confini.

Anche alcune delle scuole del riunite nel tavolo “La storia ci appartiene”  collaborano all’iniziativa: saranno infatti circa 80 gli studenti dei licei Crespi e Tosi e dell’Istituto Acof Olga Fiorini ad accompagnare i visitatori – tra cui, al momento, circa 500 studenti – della mostra, nel ruolo di “ciceroni”, nell’ambito di un percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento, l’ex alternanza scuola – lavoro.  Un supporto importante sia per le visite, che per la custodia, sarà offerto anche da una quindicina di volontari delle associazioni.

La mostra ricorderà il compianto cittadino bustocco Cristian Tallarida, che faceva parte dell’Erasmus Student Network Italia, tra gli enti che patrocinano l’iniziativa.

All’inaugurazione sarà presente l’autore, che racconterà con aneddoti e curiosità cosa lo abbia spinto ad affrontare vette vertiginose e paesaggi cristallizzati nel gelo per compiere il  reportage fotografico che sta alla base del progetto della mostra, che è giunto alla sua trentatreesima tappa espositiva. 

È stato un insegnamento di vita, un percorso introspettivo verso una maggior comprensione del mondo contemporaneo; osservare dal vivo i luoghi della Grande Guerra è un’esperienza faticosa e dolorosa dal momento in cui ancora si possono vedere le ossa sparse sui campi di battaglia” spiega Franconi, che si è recato lungo tutto l’arco alpino passando dalla Slovenia, dall’Italia e dall’Austria lungo quello che fu il fronte italo–austroungarico della Prima Guerra Mondiale, raggiungendo campi di battaglia a oltre 3000 metri di quota. Nel 2017, con una lunga e delicata missione fotografica, ha attraversato i Monti Carpazi, per ricordare il dimenticato fronte orientale raggiungendo l’Ungheria, l’Ucraina, la Polonia, la Slovacchia e la Repubblica Ceca.

Alessio Franconi ricorda il valore della pace con delle fotografie da luoghi che sono tornati di drammatica attualità: “quando ho varcato il confine dell’Unione Europea per entrare in Ucraina mi sono recato nei cimiteri di guerra ma, accanto ai caduti della Grande Guerra, mi sono trovato innanzi ai caduti ventenni che già combattevano nelle zone Est dell’Ucraina. I venti di guerra, oggi esplosi completamente, si respiravano ovunque”.

Successivamente si è recato nuovamente lungo le Alpi, questa volta dalla Francia fino alla Croazia per ricordare le battaglie dimenticate delle Alpi dal giugno 1940 fino all’aprile del 1945 ripercorrendo le tracce di storie più o meno note fino ad affacciarsi sull’orrore delle Foibe.