BUSTO ARSIZIO «All’interno di quello stabilimento c’è di tutto: pezzi di tetto in eternit, liquidi non identificati, scarti di fonderia. Di tutto». A parlare è il signor Andrea Naso, residente con la moglie in via Sorrento, a pochi metri dalla ex fonderia Tovaglieri. Per Andrea e per la consorte, abitare nelle immediate vicinanze dello stabilimento – di proprietà comunale e completamente inutilizzato dopo la chiusura avvenuta una ventina di anni fa – è diventato un problema. «Abbiamo provato in passato a chiedere di bonificare l’area, ma la situazione non è cambiata di una virgola – continua il signor Naso – Anni fa ci avevano fatto sapere che sarebbero intervenuti grazie a un finanziamento proveniente dall’Unione Europea, ma anche in quel caso non è successo nulla». A destare le maggiori preoccupazioni della famiglia Naso sono principalmente le lastre di eternit accatastate in buon numero all’interno dello stabile e la presenza di una sostanza liquide scura di cui non si conosce la natura: «Vorremmo soltanto sapere cos’è – chiede Andrea Naso- Si tratta di acqua? Rifiuti liquidi? Sono pericolosi oppure no? Abbiamo diritto di sapere cosa c’è dentro quella ex fabbrica». Per appurare la natura, e eventualmente la pericolosità del liquido, Naso chiede una verifica da parte dei vigili del fuoco: «Vengano a controllare e ci dicano se possiamo stare tranquilli o meno. Se si tratta semplicemente di acqua sporca, benissimo. Ma una verifica è necessaria».La moglie di Naso racconta un aneddoto in proposito: «Tempo fa, il nostro gatto è andato a finire dentro la ditta; quando è rientrato, era tutto imbrattato di questo liquido nero, tanto che ha sporcato l’intera casa. Non si capisce bene che sostanza sia». Un avventore del
Bar Amica di via Benvenuto Cellini (a pochi metri dallo stabilimento), ex operaio della fonderia, avanza ulteriori sospetti: «Oltre all’eternit, ci sono anche le cosiddette “anime”, oggetti che venivano usati in fonderia: tutto materiale tossico».Andrea Naso lamenta anche un disinteresse generale per l’intera area che circonda la ex fonderia: una zona, a suo dire, completamente abbandonata a se stessa: «Basta dare un’occhiata in via del Roccolo – osserva l’uomo – Le piante non vengono mai tagliate, c’è un disinteresse totale. Chiediamo solo un po’ di attenzione per questa zona. Siamo solo una decina di famiglie, ma abbiamo il diritto di sapere se la nostra salute è a rischio».Ma per il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Giampiero Reguzzoni non esistono particolari motivi di preoccupazione: «Per quanto riguarda il liquido, credo si tratti di semplice acqua piovana – risponde Reguzzoni – La ex Tovaglieri si trova in questo stato da molti anni e se il liquido fosse stato infiammabile o nocivo, adesso avrebbe già procurato dei danni ». Il vicesindaco ridimensiona anche la questione eternit: «Il materiale diventa nocivo solo se viene movimentato – dice Reguzzoni – Se nessuno lo tocca, non causa problemi». Per fugare ogni dubbio, comunque, Reguzzoni annuncia che saranno effettuate delle verifiche nello stabilimento: «Manderemo qualcuno dell’ufficio ecologia per un sopralluogo. Preciso però –aggiunge il vicesindaco – che da quando ricopro il ruolo di assessore all’Urbanistica, cioè dal 2006, nessuno mi ha mai mandato una segnalazione in merito». «Eppure quell’area avrebbe bisogno di una bonifica – insiste Naso – Ma probabilmente vogliono impiegare il denaro in un altro modo. Noi però, fino a quando non sapremo esattamente cosa c’è dentro la fabbrica, non ci sentiremo tranquilli».Francesco Inguscio
f.artina
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