Busto, Farioli: non convoco più la vecchia giunta

BUSTO ARSIZIO Dice che non riconvocherà più la vecchia giunta, solo quella nuova. E intanto nel nostro video il sindaco Farioli parla della strada intrapresa e delle tappe. Anche con auguri a Busto. E alle sue squadre sportive.

Di seguito il testo della relazione che il sindaco Farioli illustrerà questa sera nel corso dell’Ufficio di presidenza convocato sul tema della riorganizzazione amministrativa, diffusa dal Comune.
 
Il decreto legge 95/2012, noto alle cronache come decreto sulla spending review, agli art. 17 e 18 tratta il tema della riorganizzazione istituzionale all’interno delle Regioni con la soppressione delle Province che non rispettino alcuni criteri e la creazione della Città metropolitana.

Chi si è sempre battuto per una democrazia sostanziale e non solo di facciata, chi ha coerentemente rivendicato l’autonomia consapevole delle comunità locali e soprattutto chi si è fatto propugnatore di una mai troppo auspicata riforma istituzionale all’insegna del federalismo responsabile, non può oggi consentire di vivere questo momento con atteggiamento sostanzialmente passivo e, soprattutto, deve favorire, per quanto possibile e consentito, la partecipazione (almeno quella consentita e possibile, visti i tempi e le norme).

Soprattutto deve battersi perché ci si possa pronunciare, dire la nostra, valorizzare il ruolo del Consiglio con la consapevolezza necessaria, consci come siamo che il tema della riorganizzazione istituzionale non può essere semplicemente elemento autoreferenziale di convegni o ristretti circoli accademici.  Pur nella legittima, e per quanto mi riguarda, condivisa critica alle scelte contenute nel provvedimento, soprattutto per le modalità e i tempi che non consentono la valorizzazione di una autentica autonomia e di una vera sussidiarietà verticale, sarebbe colpevole, anche se comodo, lanciare strali e proteste di piazza e accettare così supinamente che altri decidano in vece nostra. Abbiamo sempre sostenuto che non possiamo limitarci a essere terminale indifferente e inerte rispetto a scelte centraliste.  E’ il momento di dimostrarlo,  pur nelle ristrettezze di tempi e modalità. Il senso vero dell’iniziativa da me assunta attorno a Ferragosto nasce proprio da questa consapevolezza e dal mandato che unanimemente il Consiglio del 25 luglio scorso mi aveva conferito.

Il Consiglio delle Autonomie Locali sarà chiamato a definire una proposta di riordino entro e non oltre il prossimo 2 ottobre. Il suo ufficio di presidenza, come a voi noto, ha ricevuto la comunicazione del sottoscritto tesa alla richiesta di audizione e di attenzione al delicato futuro di un territorio omogeneo che, guarda caso, da decenni ha patito una irrazionale divisione amministrativa (parlo ovviamente dell’Altomilanese).

Per questo desidero ringraziare il presidente del Consiglio e tutti i capigruppo che tempestivamente si sono detti disponibili ad affrontare il tema. Un tema dalle ricadute non solo istituzionali ma anche sociali ed economiche, oltre che naturalmente urbanistiche ed ambientali, che consapevolmente viene trattato nel documento di piano del PGT, laddove, non sarà sfuggito a nessuno, si evidenzia un’omogeneità territoriale e uno sviluppo economico non più sull’antistorico asse nord-sud, ma prevalentemente sull’asse est-ovest, con al centro città Malpensa, Rho-Pero Fiera e Milano.
E’ un tema che necessiterebbe un pronunciamento popolare consapevole. Ma soprattutto è indispensabile che insieme col sindaco, per legge capo della comunità e rappresentante legale dell’ente, valorizzi soprattutto l’assemblea consiliare senza vincoli di parte, senza limiti di schieramento, con un unico paletto, la scienza e coscienza dei suoi componenti.
Trovo la proposta del presidente Cornacchia di valorizzare al massimo i momenti di scelta attraverso “l’apertura” del Consiglio, un’idea ottima, ma da gestire al fine di valorizzarne (del consiglio) ruolo e responsabilità e non di svilirlo in una assemblea senza efficacia.

Sono quindi a proporre un percorso che consenta al Consiglio, magari in due tempi ed in due sedute, una di approfondimento aperto e una deliberativa, di dare supporto all’azione del sindaco e del presidente del Consiglio, riservandomi anche di proporre un consigliere che funga da relatore del provvedimento e accompagni il sindaco nei suoi incontri e auspicati e auspicabili coinvolgimenti territoriali.

Non è il caso qui di anticipare le mie personali convinzioni; oggi valgono tanto quelle di un singolo consigliere, perché su questo nessun sindaco e nessun consigliere ha avuto un mandato esplicito dagli elettori, pur essendoci nel personale programma amministrativo del sottoscritto un’evidente attenzione a un territorio omogeneo che non ha a tutt’oggi istituzioni coerenti.
Buon lavoro

                                      Gigi Farioli
                                                            

m.lualdi

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