Busto, le case dell’acqua sono risparmio o moda?

BUSTO ARSIZIO Le casette dell’acqua, una moda più che un effettivo risparmio? Ospitiamo l’intervento di Arnaldo Baroffio, ex funzionario Agesp.

La mania delle casette dell’acqua è (forse) una moda della sola nostra zona, merita comunque una riflessione poiché l’acqua della casetta è la stessa acqua di rete che ognuno, con tutta comodità, può prelevare dal rubinetto di casa al costo inferiore di un centesimo per litro Dalla stampa si apprende che alla casetta l’acqua è rinfrescata. Sì, se la si  beve subito, altrimenti si dovrà metterla in frigo poiché è consigliabile non lasciare per ore acqua ferma a temperatura ambiente mentre per quella del rubinetto basterebbe un quarto d’ora prima d’andare a tavola, 

Alla casetta, l’acqua è pure gassata. Anche l’acqua del rubinetto si può renderla frizzante con i prodotti effervescenti dei supermercati ad un prezzo sempre inferiore ai cinque centesimi per litro pagabile alla casetta. Qualcuno potrebbe osservare: la casetta è sul mio percorso auto, così prelevo senza gran disturbo una dozzina di bottiglie sufficienti per alcuni giorni. D’accordo, però, perché bere acqua prelevata giorni prima, quando invece basta aprire il rubinetto per prelevare acqua che scorre sottoterra dal suo deposito naturale ideale?

Occorre considerare che un conto è bere acqua minerale sigillata, ritenuta (per abitudine) migliore, più ricca, leggera, pensando che faccia bene, anche se costa assai di più dell’acqua del rubinetto, altro conto è preferire l’acqua della casetta che occorre tenere in deposito alcuni giorni per evitare andirivieni giornalieri mentre è solo la gemella di quella che già si ha in casa aprendo il rubinetto. Qui si ferma la logica perché basta e avanza. Allora ci si deve domandare perché diverse Amministrazioni pubbliche ambiscono gestire le casette dell’acqua, dato per certo che la costruzione e la gestione delle casette ha certamente un costo e un fine non giudicabile “virtuoso”. 

Con la casetta si ritiene di raggiungere uno scopo ecologico ipotizzando di eliminare 20 mila bottiglie di plastica. Se fosse vero la stessa eliminazione avverrebbe anche bevendo l’acqua dal rubinetto di casa, senza andare alla casetta.

Per concludere: a Busto potrebbe essere predisposta una sola casetta dell’acqua per servire occasionali necessità e per la finalità sociale di  favorire i cittadini di paesi vicini nel caso l’acqua del loro acquedotto non fosse soddisfacente al gusto e pertanto li obblighi ad acquistare acqua minerale. Solo per costoro la casetta avrebbe senso e risparmio economico. Appare strano che quel concetto sociale sembra  invece ignorato dai fautori pubblici delle casette. A Nerviano l’acqua della casetta sarà riservata ai soli residenti. La gratuità ai residenti va bene, ma se il referendum considerava, a fini politici interessati, l’acqua un diritto del “Mondo” -come se qualcuno lo negasse-  per coerenza si dovrebbe far pagare l’acqua ai non residenti, ma  non proibirla. 
Arnaldo Baroffio

m.lualdi

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