Cambia la scuola, da settembre stop ai cellulari e consenso informato per i corsi sulla sessualità

Si prospetta pieno di novità, per studenti e docenti, l'anno scolastico che sta per iniziare (immagini generiche d'archivio)

ROMA – Novità in arrivo per l’inizio del nuovo anno scolastico, per studenti e docenti. Partendo dagli studenti l’uso dei cellulari sarà vietato anche nelle scuole superiori durante l’orario didattico eccezion fatta per dispositivi necessari all’apprendimento. La maturità si svolgerà a partire da giovedì 18 giugno 2026 e non più di mercoledì. I contributi per l’acquisto dei libri di testo aumentano di un milione di euro nel 2025 e di tre milioni per il biennio successivo.

Dieci milioni di euro in più saranno destinati al Fondo unico per l’edilizia scolastica per garantire interventi urgenti e controlli a campione nelle scuole. Sarà inoltre contrastato il fenomeno dei cosiddetti diplomifici abolendo i percorsi troppo rapidi: solo il recupero di due anni in uno sarà consentito previo esame di idoneità con valutazione affidata a una commissione esterna.

Sempre per gli insegnanti scatta l’estensione dell’utilizzo della Carta del docente da cinquecento euro anche ai supplenti con contratto annuale mentre la carta scade il 31 agosto 2025 ma potrà essere spesa fino al 31 agosto 2026. Restano esclusi i supplenti fino al termine delle attività didattiche nonostante ricorsi vinti; come denuncia il sindacato La Gilda degli insegnanti un esposto alla Corte dei Conti potrebbe seguire questa beffa per docenti precari.

Da segnalare infine l’introduzione del consenso informato scritto da parte delle famiglie per le attività scolastiche sull’educazione sessuale. La norma, approvata dal Consiglio dei Ministri il 30 aprile e inviata alla commissione Cultura il 12 giugno 2025, ha suscitato critiche da molte associazioni che la considerano una minaccia alla libertà d’insegnamento e all’autonomia scolastica oltre a privare i ragazzi di un’educazione affettiva necessaria.

Il relatore del provvedimento Rossano Sasso della Lega ha chiarito che lo scopo è evitare una deriva ideologica definita come propaganda gender nelle scuole giustificando così l’obbligo di consenso delle famiglie per questi temi assai delicati.