– Regolamento comunitario batte regolamento comunale e a vincere è Fido. Le associazioni di categoria hanno ricevuto la comunicazione ufficiale da parte dell’amministrazione sul cessato divieto di ingresso ai cani nei bar e ristoranti. «Abbiamo fatto chiarezza tra le normative».
La cittadinanza e le associazioni di categoria hanno più volte espresso il desiderio di consentire l’accesso dei cani negli esercizi pubblici di somministrazione di bevande ed alimenti (bar, pasticcerie, tavole calde, trattorie, ristoranti, mense).Un’esigenza che ha suggerito all’amministrazione comunale, più volte sollecitata «di valutare la possibilità normativa di quanto richiesto – spiega l’assessore alla Tutela ambientale, Riccardo Santinon -, interessando i soggetti preposti a vario titolo alla vigilanza, al controllo igienico-sanitario ed alla sicurezza pubblica insita nella scelta di consentire l’accesso di cani nei locali suddetti». Si sono quindi comparati il Regolamento locale d’igiene in vigore a Varese ed il Regolamento Ce concernente l’igiene dei prodotti alimentari. «Ne è emerso che il Regolamento locale d’igiene impone l’obbligo d’esposizione del cartello di divieto d’introdurre animali, fatta salva la possibilità d’accesso per i cani guida per non vedenti, negli esercizi pubblici di somministrazione di alimenti – sottolinea – Viceversa, il Regolamento comunitario introduce prescrizioni di maggior dettaglio e meno rigorose, di fatto stabilendo l’obbligo di predisporre procedure adeguate per impedire agli animali domestici di accedere ai soli luoghi di preparazione, trattamento e conservazione degli alimenti, dando facoltà al singolo esercente di consentire o meno l’accesso degli animali nei propri locali di vendita/somministrazione».
Tradotto significa che se il titolare del locale acconsente, non c’è nessun altro impedimento a bere un caffè, fare un aperitivo o mangiare in un ristorante in compagnia del proprio cane. .
«Rimane inteso che è fatto obbligo agli esercenti di definire i criteri per l’accesso – aggiunge – predisponendo l’aggiornamento di detta procedura all’interno del Piano di Autocontrollo Aziendale».