Giacomo Naldi, fisioterapista fino a pochi mesi fa accanto a Jannik Sinner, vive nell’ombra di un errore che ha segnato la sua carriera e la sua immagine. Mentre Umberto Ferrara, coinvolto nello stesso episodio, è tornato nello staff del numero uno al mondo, Naldi è rimasto fuori. E oggi, pur senza voler entrare nei dettagli, affida a poche parole il suo stato d’animo: «È una storia che mi ha amareggiato troppo, ha danneggiato la mia immagine. Quando sarà il momento opportuno parleremo di tutto con calma».
Il caso è quello legato alla positività al Clostebol, un anabolizzante vietato, riscontrata in due controlli a sorpresa a marzo. Al centro della vicenda, lo spray Trofodermin, usato da Ferrara per una patologia cronica. Il farmaco era nel suo beauty personale, ma nei giorni del torneo di Indian Wells, Naldi si ferisce a un dito. Secondo Ferrara, gli consiglia l’uso dello spray «specificando che non doveva entrare in contatto con Jannik».
La catena di eventi, però, porta a un massaggio a mani nude al tennista altoatesino, pochi giorni prima dei controlli antidoping del 10 e 18 marzo. Sinner, completamente estraneo all’intenzionalità, ne paga le conseguenze con un’ombra fugace poi dissolta, ma il contraccolpo interno al team è stato forte.
Ferrara ha spiegato pubblicamente la sua versione. Naldi, invece, ha scelto il silenzio. O quasi. «Facile dire che non rifarei mai più le stesse cose – ha commentato ancora Ferrara –. Di certo non farei più affidamento sul comportamento altrui». Parole che bruciano, secondo Naldi: «Quella testimonianza è penosa. Ma adesso vorrei solo essere lasciato in pace. Magari un giorno parlerò, ora fa troppo male».
Lontano dai riflettori del tennis mondiale, Naldi è tornato nel suo studio a Casalecchio di Reno, vicino Bologna, dove lavora da anni. Ex fisioterapista della Virtus Bologna, aveva guadagnato la fiducia di diversi atleti, tra cui anche Francesco Passaro. Ora osserva da lontano il mondo a cui ha dato tanto. Ma Sinner, racconta, non ha dimenticato: «Mi ha chiamato per farmi gli auguri dopo la nascita di mia figlia».
Un legame umano che resiste, anche se la strada professionale sembra aver preso direzioni diverse. Per ora.