Caso Uva, è guerra di perizie L’avvocato di Lucia contrattacca

Morte di Giuseppe Uva: nella guerra di perizie l’avvocato Fabio Anselmo, legale di Lucia Uva, replica al collega Luca Marsico.

Marsico aveva affermato, anche in aula, che due dei tre componenti il collegio peritale che eseguirono le analisi sul cadavere dell’artigiano morto il 14 giugno 2008 per il tribunale «erano già stati consulenti di parte dell’avvocato Anselmo durante il processo per la morte di ».

«Il collega definisce “ singolare “ il fatto che i periti siano stati miei consulenti di parte nel processo Aldovrandi – spiega Anselmo – Del primo perito ha già avuto modo di interloquire a vuoto il pm di quel dibattimento , con argomentazioni irrilevanti e disattese da tutti i giudici che nei vari gradi di giudizio sono stati impegnati a fare giustizia».

Nel caso del secondo esperto «venne effettivamente interessato al caso Aldrovandi dalla famiglia, con il mio aiuto, dopo che avemmo modo di ascoltare le sue opinioni sulla valenza dei risultati tossicologici emersi, durante una trasmissione televisiva nella quale si parlava ,appunto, della morte di Federico».

Il perito partecipò all’incidente probatorio «ma il suo contributo si esaurì con la partecipazione alla prima riunione peritale». Otto giorni dopo, per ragioni del tutto estranee al merito della vicenda, rassegnò dimissioni irrevocabili e mai revocate.

Ciò avvenne il 19 settembre 2006 mentre il processo poi iniziò soltanto il 19 ottobre 2007 con richiesta di rinvio a giudizio del 9 gennaio 2007.

Non solo ma ne scaturì una vera e propria controversia civile con la famiglia Aldovrandi.

«Come riconosce il collega non vi è nemmeno l’ombra di un motivo di illegittimità della nomina dei due illustri professori, peraltro entrambi di chiara fama internazionale», prosegue Anselmo.

Quando venni a conoscenza della nomina a perito del professor Ferrara non mi sfiorò nemmeno il dubbio che lo scienziato potesse farsi condizionare dai non certo buoni precedenti rapporti avuti con lui in nome e per conto della famiglia Aldrovandi qualche anno prima.«Parliamo di due icone della scienza nominate da più tribunali italiani in diversi delicati procedimenti», aggiunge il legale precisando che un supporto tecnico scientifico di alto livello è «indispensabile per avere giustizia. Ma si tratta di personalità inavvicinabili, indisponibili a sostenere tesi scientifiche per mere esigenze difensivistiche».

Anselmo conclude invitando «ad avere maggior rispetto dei giudici, numerosi, che si sono occupati del caso Uva».

Quindi la conclusione: «Se il collega intendesse spingersi ad affermare che la loro attività è stata condizionata o fuorviata da comportamenti o relazioni addebitabili a me, diversi dal corretto e normale esercizio del mio ministero di difensore, allora sarei davvero costretto a dare mandato ai miei legali per agire giudizialmente nei suoi confronti».

.

© riproduzione riservata