Cereali e latte, allarme siccità Crollato il livello del Verbano

VARESE Il limite è quasi raggiunto, ancora pochi giorni e sarà crisi. Colpa di una siccità che colpisce “la provincia dei laghi”, potrebbe sembrare un paradosso ma è proprio così: infatti, sono gli stessi specchi d’acqua a soffrire, con il Verbano che in appena quindici giorni è passato da 118,4 a 80,6 centimetri con un calo di quasi 38 centimetri.

Altrove non si sta meglio: Garda, Lario e Iseo soffrono gli stessi problemi del “Maggiore” e l’agricoltura boccheggia sotto l’afa e guarda i bollettini meteo che non lasciano spazio a troppe speranze. “In realtà qualche pioggia c’è stata, ma troppo breve e di carattere isolato: ciò concorre a determinare una situazione a macchia di leopardo, con zone della provincia più compromesse di altre” dice Fernando Fiori, presidente della Coldiretti di Varese. La “mappa” delle criticità è

più marcata nell’area della “Bassa” (fra Tradate, Gallarate e Gerenzano): più tranquilla la situazione a nord, ma con situazioni pesanti nelle aree “umide” (ma oggi in secca) limitrofe al lago di Varese, in particolare nella zona di Daverio. Ad essere maggiormente colpiti sono il settore cerealicolo (con perdite di raccolto già stimate fra il 30% ed il 40%) e la produzione del latte, con un calo stimato tra il 15% e il 20%: “Per i bovini il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e, di conseguenza, dalla mungitura si ottiene meno latte”. In diverse stalle sono scattate le contromisure con l’accensione di ventilatori e doccette refrigeranti e l’utilizzo di integratori specifici a base di sali di potassio nell’alimentazione preparata dagli allevatori: accorgimenti che fanno però aumentare esponenzialmente i costi per le imprese, come anche il forte incremento dei costi delle farine. Ma l’afa e le temperature – continua la Coldiretti di Varese – hanno tolto l’appetito anche ai maiali che stanno consumando fino al 40% in meno della consueta razione giornaliera di 3,5 chili di mangime e con un conseguente, sostanziale calo dell’accrescimento. Il caldo ha pesanti effetti anche sulle galline, che producono meno uova, e sulle api che non riescono a prendere il polline e il nettare mettendo a rischio la produzione di miele.

Le aziende agricole sono messe a dura prova, qualcuno (non molti) ha scelto di assicurare la produzione contro la siccità e sarà risarcito: “Un’opzione – sottolinea Coldiretti – che, giunti a questo punto, dovrà essere tenuta dalle imprese in maggior considerazione negli anni a venire”. Francesco Renzoni, direttore di Coldiretti Varese: “Ai cittadini può sembrare impossibile che un territorio come quello varesino, bagnato dalle acque di un grande lago come il Maggiore e a poche decine di chilometri dalle Alpi, possa soffrire queste problematiche: eppure la nostra è una delle province lombarde dove la siccità colpisce più duro e con effetti disastrosi”. Il direttore non esita quindi a puntare il dito contro “il problema di un’insufficiente programmazione delle risorse idriche comune a tutto il nord Italia, che in un territorio come il nostro deve tener conto dei rapporti transfrontalieri con la vicina Svizzera. In pratica, nei decenni scorsi le province altolombarde non si sono dotate di un sistema adeguato di invasi in grado di sopperire a situazioni di annate siccitose che pure, negli ultimi anni, si sono susseguite con una frequenza impressionante”.

e.marletta

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