Il problema apparentemente potrebbe sembrare banale. E risolvibile semplicemente optando per le… stanze separate.
In realtà non è così, perché dietro al sintomo, peraltro evidente e fastidioso, possono nascondersi patologie complesse e pericolose. Il russamento è un problema molto comune che colpisce una persona su quattro, ovvero, a 30 anni gli uomini che russano rappresentano circa il 20% contro il 10% delle donne mentre dopo i 60 anni la percentuale aumenta di moltissimo coinvolgendo circa il 60% degli uomini e il 40% delle donne.
Ma perché si russa? Le cause che portano le persone a soffrire di questo disturbo specialmente in età avanzata sono da rintracciarsi nello stato di salute generale dell’individuo: obesità, stress, uso di alcolici che fa aumentare considerevolmente la patologia e le cattive abitudini alimentari. Il meccanismo del russamento insorge quando si verifica un’ostruzione o un restringimento delle vie respiratorie per questo motivo quando si dorme specialmente in posizione supina, la lingua tende ad arretrare, non consentendo all’individuo di respirare bene, così l’aria inspirata e espirata fa vibrare la faringe e la parte molle del palato causando questo particolare fenomeno acustico di grande intensità.
La questione è più complicata di quanto possa sembrare di primo acchito. «Il russamento notturno a volte cela apnee terribili che, a lungo andare, causano problemi a livello cardiologico e polmonare, oppure ipertensione e disturbi del sonno», spiega il professor , direttore dell’unità operativa di Otorinolarigoiatria dell’ospedale di Circolo. Può essere normale avere fino a cinque apnee in un’ora nel sonno: se si va oltre questo dato allora si parla di patologia.
La patologia rimane di tipo lieve-medio se le apnee notturne rimangono comprese tra le 15 e le 25 in un’ora. Oltre le 25 apnee per notte la patologia diventa grave. «La mattina è evidente che il soggetto si sveglia stanco e assonnato e questa condizione risulta pericolosa per lui e per gli altri, soprattutto se si mette al volante».
Le apnee notturne, infatti, sono una delle maggiori cause di incidenti stradali. I fattori che causano questa sindrome sono fondamentalmente distinguibili su tre livelli. «Fattori legati alla meccanica, come ad esempio la deviazione del setto nasale o la presenza di poliposi nasali».
«Una seconda causa può essere legata, invece, allo stile di vita scorretto e a forme di sovrappeso che rendono i tessuti del cavo respiratorio flaccidi. La sindrome, poi, può essere causata da disturbi neurologici, come ad esempio l’ipotonia dei muscoli del canale respiratorio».
Le terapie adottate sono svariate a seconda della causa scatenante. Una di queste prevede l’uso del Cipap, il compressore che inacula aria nel polmoni, per permettere al paziente di dormire sonno tranquilli.
«Il Cipap è mutuabile. Esistono, però, anche delle apparecchiature intro orali, meno invasive ma non mutuabili e, nei cadi più gravi, la possibilità di un intervento chirurgico maxillo facciale».