Ci lascia John Fultz, gloria del basket bolognese e varesino. Vinse la Coppa Intercontinentale nel 1970 proprio con la Pallacanestro Varese

Il cestista americano era molto legato all'Italia dove aveva vestito le maglie di Pallacanestro Varese, Virtus Bologna e Pallacanestro Pordenone. Anche il figlio Robert Anthony è stato giocatore professionista di basket in Italia; commuovente il suo ricordo del padre sui social (nella foto John Fultz con la maglia della Norda Virtus Bologna al tempo del primato come miglior marcatore, stagione 1971-72, con 655 punti segnati, foto dal web)

Ci lascia oggi, venerdì 13 gennaio, all’età di 74 anni John Fultz, per i postumi di un incidente in moto occorsogli nei mesi scorsi.

Era nato a Boston il 20 ottobre del 1948,dopo la laurea alla Rhode Island University, nell’estate 1970 fu notato in un “All Star Game” a New York da Aza Nikolic, che lo convinse a trasferirsi in Italia per giocare come straniero in coppa (al tempo ne era permesso solo uno per squadra) e fu cosi’ che Fultz approdò proprio alla Ignis Varese nella stagione 1970-71. Fultz fu determinante per la vittoria della Coppa Intercontinentale proprio dei biancorossi, portandoli anche a disputare la finale di Coppa dei Campioni, perdendo poi contro il CSKA Mosca, nonostante i suoi 22 punti personali nel game.

Questi numeri avevano convinto i dirigenti della Virtus Bologna, tanto da convincere il giocatore statunitense a firmare coi bianconeri un contratto triennale, che gli valse talaltro il primato nella classifica marcatori nella stagione seguente, con 655 punti personali, e la vittoria in Coppa Italia nel 1974 nella squadra bolognese al tempo sotto l’egida di Dan Peterson.

A Bologna Fultz iniziò a seguire uno stile di vita più ribelle, quasi “hippy”, con la tipica fascia bianca e una capigliatura fluente che lo faceva somigliare ad un capo indiano e che gli portò per questo il soprannome di “Kociss” (il capo tribù Apache dei film western, ndr). Divenne presto, dunque, una vera e propria icona in stile anni ’70, tanto che nella sua autobiografia “Mi chiamavano Kociss” uscita nel 2011, John raccontava dei suoi eccessi da rockstar, compreso l’uso smodato di droghe che gli precluse la possibilità di giocare in NBA. Fultz giocò anche in Svizzera a Viganello, in Austria e in Portogallo prima di tornare a vivere in Italia, dove fu allenatore di basket a Firenze, Ferrara, Napoli e Torino.

L’annuncio della scomparsa è proprio il figlio Robert Anthony (che aveva seguito le orme del padre e è stato giocatore professionista di basket in Italia, ndr) a darlo, sulla propria pagina Facebook.

Ecco il ricordo del figlio Robert sulla pagina Facebook

Vola alto guerriero di luce.
Caro Papi ,
non posso che essere grato di averti avuto come amico, compagno di giochi ma soprattutto padre.
Grazie per tutti gli insegnamenti, i bei momenti passati insieme e le tante sfide.
Grazie per avermi scelto e accettato come figlio in questa vita e aver condiviso così tanto con me.
La tua dolcezza, il tuo amore e il tuo sorriso saranno sempre parte di me.
Mi hai insegnato così tanto.
Sei sempre stato e resterai il mio eroe.
Ti amo tantissimo
Grazie


“The Fearless Falcon
Where time is lost and truth begins, the chains are finally broken.
All without you find within,
once scarred and tangled, now silken.
The worldly lust that pained once so, seems now just an ancient token. The Fearless Falcon flies so high, True love can never be broken.”
John Leslie Fultz