Cocquio, sesso all’asilo nido davanti ai bambini

Inquietanti retroscena nel processo scaturito dalle violenze ai danni dei piccoli ospiti dell'asilo "I folletti del bosco" di Cocquio Trevisago: mentre i bambini giocavano o dormivano, la maestra si appartava con il suo compagno per fare sesso.

COCQUIO TREVISAGO – Emergono particolari sempre più inquietanti nell’inchiesta per i maltrattamenti nell’asilo nido “I folletti del bosco” di Cocquio Trevisago: i fatti risalgono al 2019, epoca in cui i carabinieri di Besozzo iniziarono le indagini nella struttura di via Verdi e registrarono, con alcune videocamere e cimici nascoste, le continue violenze perpetrate dalla maestra e da una stagista 25enne ai danni dei piccoli ospiti del nido.

Le violenze sui bambini

Le immagini delle violenze fisiche e psicologiche sui bambini, che venivano strattonati, presi a schiaffi e insultati (“Fai schifo”, “Sei un terrone”, “Sei proprio un rimbambito”) hanno già portato al patteggiamento per maltrattamenti della maestra 47enne (2 anni) e della stagista (1 anno, 4 mesi e 20 giorni).

Ieri, lunedì 17 ottobre, si è aperto invece il processo nei confronti del 44enne, allora compagno dell’insegnante, accusato di atti osceni, reato per il quale ora rischia fino a 4 anni e mezzo di reclusione: all’uomo vengono contestati tre episodi, registrati dalle videocamere piazzate dai militari dell’Arma, relativi a tre giornate diverse in cui l’uomo sarebbe stato presente all’interno della villetta adibita ad asilo, senza alcuna giustificazione, “tenendo un atteggiamento non consono ad un ambiente frequentato da minori“, come dichiarato dal maresciallo dei carabinieri di Besozzo.

Gli atti osceni contestati all’uomo

I due amanti si sarebbero lasciati andare ben oltre le effusioni amorose in presenza di bambini di 1 e 2 anni: le immagini depositate agli atti del processo mostrano i due impegnati chiaramente in un rapporto orale, mentre un bambino riposa nella stanza accanto; in un altro video registrato dagli inquirenti la maestra e il compagno sono seduti su un divano con una coperta a nascondere i movimenti inequivocabili delle mani della donna, mentre nella stessa camera due bambini giocano innocentemente. Nel terzo episodio, invece, l’uomo si denuda completamente con la porta del locale aperta, poi esce, si avvicina a una piccina e le dice «culo», affinché lei lo ripeta. La bimba risponde «No» e l’energumeno la incalza, chiamandola per nome per attirarne l’attenzione, invitandola a ripetere la parolaccia.

Le immagini potranno essere utilizzate?

Il “rischio”, però, è che queste immagini possano essere considerate non utilizzabili ai fini del processo: l’avvocato difensore dell’uomo, infatti, ha evidenziato come i video “incriminati” non possano, a suo avviso, essere utilizzati perché il reato di atti osceni non rientra tra quelli per i quali sono ammesse le intercettazioni, che furono autorizzate a suo tempo per documentare i maltrattamenti sui bimbi.

Al riguardo deciderà il giudice al termine del dibattimento. La prossima udienza è prevista per il 20 marzo 2023. Intanto alcuni genitori dei bambini si sono costituiti parte civile nel processo.