Un mail bombing per chiedere che il consiglio regionale discuta la proposta di legge M5S sull’uso terapeutico della cannabis.
Destinatari due varesini: il presidente dell’assemblea e il responsabile della commissione Sanità .
A lanciare l’iniziativa sono gli attivisti gallaratesi, ma non chiederanno la residenza per partecipare. Obiettivo, come detto, le due figure chiave per sbloccare la discussione su un testo che giace nei cassetti del Pirellone dal 14 novembre 2013, quando la consigliera l’ha depositato.
«Il Movimento non si è mai espresso per la liberalizzazione delle droghe leggere», la premessa contenuta in una nota, per liberare il campo da equivoci.
Si tratta di consentire la coltivazione della cannabis per il suo utilizzo a fini terapeutici, già permessa in 9 regioni italiane.
Per chiarire al meglio la questione , consigliere regionale M5S eletta in provincia di Varese, ha organizzato a Palazzo Pirelli un convegno.
Durante il quale si è spiegato come il terreno lombardo sia perfettamente in grado di ospitare le coltivazioni di canapa, ma soprattutto si è parlato degli effetti per la salute.
In particolare «la professoressa dell’Università dell’Insubria ha spiegato che tra i molti principi attivi della cannabis c’è il cannabidiolo, che non altera la lucidità, ma ha molti effetti positivi sul nostro sistema endogeno».
Il fatto è che in commercio esistono già farmaci prodotti utilizzando la canapa: «Il Sativex, il Bedrocan e il Bediol». I pochi che riescono a procurarseli «spendono oltre 600 euro al mese. Ma costerebbero meno di 200 euro se la canapa fosse coltivata in Lombardia».
Così come prevede la proposta di legge presentata dal M5S, ferma da sette mesi: i grillini chiedono ai cittadini lombardi una mano per far partire l’iter della proposta di legge regionale.
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