Comfort visivo per il benessere abitativo

La miglior sorgente di luce è quella che proviene dalla volta celeste e nello specifico dal sole poiché l’occhio umano da quando è presente sulla terra si è evoluto adattando la vista a questo. La luce naturale offre sensazioni di benessere fisico e psicologico (oltre ad essere un antidepressivo naturale) e un adeguata illuminazione naturale negli ambienti chiusi permette di poter svolgere in le attività quotidiane con sicurezza, velocità e precisione. Inoltre una buona illuminazione naturale influisce anche sulla produttività in un ambiente lavorativo.

Una buona illuminazione naturale permette poi un simbiotico incontro con i ritmi della natura, sia giorno/notte che stagionali. Se in passato la vita lavorativa era fortemente dettata dai ritmi del giorno e della notte, con l’era moderna e la nascita della luce artificiale ora può prescindere da questa imposizione. L’uomo moderno può infatti impegnarsi in attività lavorative a qualsiasi ora del giorno o della notte per merito della luce artificiale. Ma questa nuova possibilità ha determinato una maggior consapevolezza dell’ importanza del comfort visivo. Ma nello specifico questo da che cosa è caratterizzato?

  • Quantità di luce: Una buona progettazione delle luci in un ambiente indoor presuppone che non si creino grosse zone d’ombra o cambiamenti di intensità della luce. Questi comportano maggiore stress e affaticamento.  La quantità della luce viene espressa in Lumen.
  • Qualità della luce: Non tutte le luci permettono di mostrarci gli oggetti con i loro colori reali. L’indice di resa cromatica (RA) delle lampadine ci indica quanto  lo spettro luminoso della sorgente permette la distinzione dei vari colori.  Più il valore tenderà a 100, tanto lo spettro luminoso della sorgente illuminante sarà costante e continuo determinando una maggiore definizione dei cromatismi.   
  • Tono della luce: viene definita come temperatura del colore ed è con quale gradazione di colore viene percepita la luce emessa dalla sorgente luminosa. Si differenzia in luce bianca calda (inferiore a 3300 Kelvin) se la gradazione tende al rosso, luce bianca neutra (tra 3300 e 5300 Kelvin) se tende al bianco e luce bianca fredda (superiore ai 5300 Kelvin) se tende al blu.

Per poter assicurare un comfort visivo adeguato è dunque da preferirsi la luce naturale e solo quando questa non è sufficiente integrarla con quella artificiale. Ricordiamoci che la luce lavora anche sulla nostra psicologia, infatti una luce troppo flebile o tremolante infonde insicurezza, mentre una illuminazione troppo intensa può creare disagio. Le componenti psicologiche dell’illuminazione è comunque alquanto soggettiva, mentre le funzioni al quale l’illuminazione artificiale deve volgere sono di carattere funzionale e nello specifico hanno scopi orientativi, comunicativi e di comprensibilità.

Orientativi in quanto danno la possibilità di muoverci anche al buio. I percorsi (anche semplicemente dei segnapasso sulla scala oppure il sentiero in giardino) anche se illuminati in maniera debole individuano il tragitto di percorrenza. All’interno di una sala con una luce generale si potranno avere delle zone con una illuminazione ulteriore che favoriranno la lettura su una poltrona, oppure una conversazione attorno ad un divano. Anche un illuminazione dall’ alto verso il basso su un piano cottura ci permetterà di eseguire operazioni che necessitano di concentrazione.  

Comunicativi in quanto ci aiutano e favoriscono l’osservazione di particolari. Per incrementare la plasticità di una scultura infatti sarà necessaria una illuminazione che enfatizzi le profondità con dei gradienti luminosi sui volumi. Per enfatizzare i dettagli di un quadro la luce dovrà essere posta a soffitto o non radente in maniera da non creare riflessi o che l’ombra dell’osservatore possa compromettere la visione dell’opera.  Vale anche per le piante ornamentali di interni, una corretta luce può accentuare le caratteristiche di un particolare ficus ginseng ad esempio.

La funzione della comprensività viene svolta dall’illuminazione artificiale mediante l’ attribuzione delle caratteristiche funzionali delle strutture. Permette infatti di farci cogliere subito l’ingresso ad un determinato edificio dall’ esterno  mediante una illuminazione differente e più enfatizzata con ad esempio le vetrine poste adiacenti. Oppure sottolineare la presenza di una trave o la snellezza della pilastratura del portico con dei faretti che dal basso verso l’alto ne incrementano l’altezza. Il compito di incrementare la sensazione di profondità di una parete potrebbe essere affidato a dei corpi illuminanti che la illuminano in maniera omogenea. 

Di seguito diamo alcune indicazioni su quali toni preferire e come meglio posizionare i differenti punti luci.

Per illuminare spazi esterni e zone particolarmente buie si preferisce usare luci di tipo bianca fredda. Vengono speso utilizzate nei parcheggi pubblici, magazzini, supermercati, ospedali e noi possiamo utilizzarle per  garage, cantine o per valorizzare elementi di design moderno (vedasi particolari cucine o retro specchi illuminati). Talvolta tale luce è utilizzata anche per locali cottura e bagni in quanto fa percepire l’ambiente più pulito facendo risaltare la brillantezza degli acciai e i toni bianchi dei sanitari.

Luci bianche neutre possono essere posizionate in tutti i locali e sono idonee negli uffici. Sicuramente una tra le più utilizzate in quanto non affatica gi occhi e permette la facilità di lettura, lo studio e la concentrazione.

Infine le luci bianche calde danno quel tono rilassante e accogliente che ricorda la luce profusa dalle candele e pertanto vengono preferite nei salotti e nei  soggiorni, nelle sale relax e nelle camere da letto. Un ingresso con una luce calda e tenue fa percepire l’accesso ad un’ abitazione calda, accogliente e tranquilla.

Vi rinnoviamo l’invito ad un nuovo appuntamento e ulteriori approfondimenti sul benessere che vi proporremo la prossima settimana in questa rubrica.

Carmine Provenzano - Studio Eureka Equipe