Con l’henné il bello dura il tempo di una vacanza. Ma dietro l’angolo c’è sempre il rischio allergie

L’alternativa - La tecnica è millenaria e ormai è arrivata sulle nostre spiagge. Piace perché è temporanea: attenti, però, ai prodotti

Estate, tempo di vacanze e come ogni anno saranno in molti a lasciarsi tentare dai tatuaggi temporanei all’henné, una tintura naturale ricavata dalle foglie essiccate di Lawsonia inermis. Rappresenta una sorta di compromesso fra il desiderio di mostrare un tatuaggio e la certezza che tuttavia non costituisca un marchio a vita. Si tratta dell’henné, una tecnica in uso da millenni in Africa e in Asia per celebrare varie fasi della vita e che si caratterizza per l’utilizzo

di una tintura a base di polvere di henné, riconoscibile dalle tipiche sfumature rosse. L’henné, prodotto naturale ricavato dalla pianta dell’Henna, è diventato di tendenza sulle spiagge italiane, nelle quali tuttavia spesso si fa ricorso anche a un’altra sostanza, la parafenilediamina (Ppd), che al contrario dell’henné risulta tossica per il nostro organismo, provocando in molti casi reazioni allergiche come la dermatite da contatto.La sostanza, utilizzata per le tinture dei capelli, è in percentuali molto elevate nel caso di tatuaggi all’henné, una concentrazione che causa una frequente reazione allergica, prurito e vesciche. Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, le reazioni allergiche di questo tipo si sono moltiplicate negli ultimi anni.«Questa sostanza rende l’inchiostro più scuro (l’henné dà una colorazione rossa) e allunga la persistenza sulla pelle – spiegano dall’Istituto superiore di sanità – Una ricerca svolta dai dipartimento di dermatologia dell’Università di Dresda ha evidenziato la particolare reattività della pelle dei bambini al contatto con questa tintura». Prurito, rossore, gonfiore, bolle ed eczema: questi sintomi possono comparire già dopo 24-48 ore nei soggetti allergici al composto. Sulla pelle possono rimanere anche anti-estetiche cicatrici che seguono il motivo del disegno. In chi ha una pelle molto sensibile e delicata, invece, la parafenilendiamina provoca una reazioni ritardata, anche a distanza di 15-20 giorni. Si presenta come una dermatite irritativa con manifestazioni cutanee più lievi, ma altrettanto fastidiose.Il peggiore inconveniente nel quale ci si può imbattere è che l’allergia diventi cronica. In tal caso, si possono sviluppare reazioni avverse alla parafenilendiamina in ogni sua forma, anche quando viene usata in forma controllata e ridotta.