LUINO Parole d’ordine «concretezza e attenzione alle esigenze di tutto il territorio comunale di Luino». Così Alessandro Barozzi, già designato assessore ai Lavori pubblici della città per la neogiunta Pellicini, si prepara alla sfida. E per “liberare” il lungolago dal muro che ha creato tante polemiche negli scorsi mesi. «Perché – ammette – questo non sarà un compito facile. Ma abbiamo le carte in regola per svolgerlo al meglio». Già candidato sindaco della Lega Nord nel 2005, Barozzi si presenta però come «un assessore tecnico». Dipendente della Regione Lombardia lui di mestiere si occupa «di lavori pubblici». In pratica «l’uomo giusto al posto giusto». «A Luino è inutile esporsi in grandi promesse per grandi opere – evidenzia – bisogna badare al sodo. Ci sono due priorità: la prima è quella di una manutenzione generale dell’ambiente e del territorio. La seconda si chiama “muro” del parco a lago». Ed entrambe «vanno affrontante fin da subito». «Come prima cosa – sottolinea Barozzi – vanno presi in considerazione tutti gli spazi pubblici. Con un’accurata analisi delle loro condizioni. Un monitoraggio capillare e completo di tutta Luino senza tralasciare nemmeno un angolo. Valutandone lo stato di fatto, gli interventi manutentivi necessari e la loro omogeneità sul territorio. Senza dimenticare l’analisi sostanziale delle possibili migliorie apportabili. Perché nella città di Luino esistono delle bellezze naturali che non necessitano di stravolgimenti eccessivi per essere valorizzate. Questo deve essere il nostro compito». Da affrontare c’è poi la questione “Parco al
lago”. Un cavallo di battaglia di Barozzi, affrontato anche in campagna elettorale dove ha giocato la carta dell’ironia e della sostanza per i suoi manifesti in versione scalpellino. «Mi sto già attivando per una verifica giuridico – amministrativa. Perché intervenire, su un appalto in corso d’opera, non sarà semplice. C’è però la volontà di tutta la maggioranza. Di sicuro non possiamo lasciare le strutture in muratura così come sono e sotto questo aspetto potrebbero aiutarci i pronunciamenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza e Regione Lombardia, su cui pende la diffida di “Italia Nostra”. È chiaro che anche gli elettori ci chiedono di intervenire per questo ho in mente la demolizione delle parti strutturali in eccesso». «Qualcosa – precisa Barozzi – come il 50% delle strutture in cemento armato. Perché il fine dell’intervento deve essere quello di garantire dal lago la vista della Chiesa del Carmine e parallelamente assicurare da via Verdi la vista sul Verbano. L’area a verde, invece, può tranquillamente essere migliorata in fase di completamento». L’obiettivo è quindi quello di ripensare le strutture di bar e parcheggio. «Coinvolgendo anche i cittadini luinesi che dopo le proteste che abbiamo raccolto – aggiunge Barozzi – devono diventare parte attiva in questo processo». In agenda poi c’è la ricognizione generale, con una serie di interventi manutentivi, sull’intero comparto viabilità della città di Luino. «Strade, asfalto e persino segnaletica – conclude Barozzi – per ridare ordine e sicurezza al comparto».
b.melazzini
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