Crisi Credit Suisse, le ricadute sull’economia svizzera: rischio recessione ed effetto a catena

L'allarme della società dei costruttori elvetici: i consumatori limiteranno le spese e le aziende saranno più caute negli investimenti

LUGANO – Gli avvenimenti che ruotano attorno al destino di Credit Suisse avranno probabilmente un effetto a catena sul settore delle costruzioni. Anche se l’acquisizione della banca da parte di UBS ha calmato le acque, quanto annunciato domenica potrebbe suscitare alcune incertezze all’interno dell’economia svizzera, ha scritto oggi la Società svizzera degli impresari-costruttori (SSIC) in un comunicato, pubblicato dal Corriere del Ticino.

I consumatori baderanno più alle proprie spese, mentre le aziende probabilmente si mostreranno maggiormente caute nei loro investimenti. “L’intera economia svizzera potrebbe ora avviarsi verso una recessione, nonostante le precedenti previsioni avessero ipotizzato più che altro una leggera crescita economica”, avverte la SSIC. Il principale settore dell’edilizia ne risentirà. A inizio anno, la SSIC prevedeva per il 2023 un calo dell’attività edilizia dell’1% rispetto all’anno precedente, ma, a fronte degli eventi attuali, è probabile che la diminuzione sia un po’ più marcata, ha aggiunto.

“Normalmente ci si aspetterebbe una politica monetaria espansiva a sostegno dell’economia”, ha scritto l’associazione di categoria. A causa dell’elevata inflazione, è probabile che la Banca nazionale svizzera (BNS) aumenti ulteriormente i tassi di interesse quest’anno per riportare i prezzi sotto controllo. “La minaccia di recessione farà sì tutt’al più che la BNS proceda più lentamente”, sottolinea la SSIC.