Crisi/ Prodi: Speculazione ci infilza come Orazi e Curiazi

Padova, 12 lug. (TMNews) – L’Italia è presa come gli Orazi e Curiazi e, pezzo per pezzo, “siamo infilzati dalla speculazione”. Lo ha detto l’ ex presidente del Consiglio, Romano Prodi nel corso della tavola rotonda con l’on Gianni De Michelis in occasione della presentazione del 12esimo Rapporto della Fondazione Nord Est.

“Noi dobbiamo reagire adesso, immediatamente. Ecco – ha proseguito l’ex premier – perché dobbiamo unirci in una tregua, non un governissimo perché non reggerebbe un giorno. E’ necessario un momento di unità e forza per reagire contro le speculazioni, così l’Italia dovrebbe presentarsi. In questi giorni non si sta reagendo, questa è la mia convinzione”.

Il professore ha sottolineato che “Non si può rovinare un paese che ha grandi strutture produttive – ha proseguito – ma di fronte a una mancanza di coesione e di politica forte noi siamo presi come gli Orazi e Curiazi e, pezzo per pezzo, siamo infilzati dalla speculazione”. Bisogna mettere insieme governo, opposizione banca d’Italia perché ” qui il problema è di dimostrare che il Paese compatto”.

Per Prodi proprio “la Banca d’Italia deve certificare di fronte all’estero – ha messo in guardia il professore – che non si raccontano balle e reagire come deve fare un paese forte per me è incredibile che non siano state reazioni da parte del governo”.

Sempre sulla speculazione per Prodi “bisogna chiamare i pompieri, qui oggi siamo a 360 punti di spread tra Bund Italia e quelli tedeschi che ogni punto costa tra i 15-16 miliardi di euro, 15 per 3 fa 45”.

“Il governo ha promesso cose che non era possibile promettere – ha sottolineato – . Si vogliono fare i tagli lineari, allora tagliamo un dito a tutti ed è fatta ma non sono le scelte di cui si parlava stamattina. Ci sono due sistemi per mettere a posto l’Italia: una è la bastonata, cioé il taglio lineare, l’altro è quello della formichina giorno per giorno per abbassare il debito. Bisogna mettersi nel cammino virtuoso della formichina” – ha concluso.

Bnz

© riproduzione riservata