Da Medjugorie sino a Varese 1.200 chilometri di corsa

VARESE A piedi da Medjugorje a Varese per un pozzo. Quinta sfida per i parrocchiani-tedofori della chiesa di santa Teresa di Gesù Bambino alle Bustecche con una nuova meta dell’annuale fiaccolata-staffetta. «Lasceremo Varese venerdì – racconta Guido Bergamo, tra gli organizzatori dell’iniziativa -. Arriveremo a Medjugorje sabato secondo i tempi della carovana. Abbiamo scorte e mezzi, un camion attrezzato con una cucina da campo. Per dormire ci appoggiamo a conventi cappuccini in Croazia e in Italia». I tedofori partiranno per i 1200 chilometri del rientro lunedì 27, attorno alle 11.30, dopo la messa e l’accensione della fiaccola.

Una partecipazione cresciuta negli anni che ha dato vita a un gruppo eterogeneo, non solo varesino ma con persone provenienti dal nord d’Italia e persino una signora texana, ma residente a Malnate, che rientrerà dagli Stati Uniti apposta per la gara. Diverse anche le età: dai 36 anni del più giovane ai 76 del decano Angelo, campione del mondo di corsa in montagna della sua categoria.

È differente anche la preparazione atletica, dai runner di lungo corso ai neofiti. «Io stesso – spiega Guido – ho iniziato prima a camminare e poi a correre dopo un infarto avuto un anno e mezzo fa. Ci spingono tante cose: dallo stare assieme, all’aiutare il prossimo. E poi c’è l’entusiasmo che il giorno dopo la partenza spinge a chiedere “l’anno prossimo cosa facciamo?”».

L’idea della corsa è nata in dopo il restauro di una grotta parrocchiale dedicata alla Madonna di Lourdes. «Ci siamo detti “perché non facciamo una fiaccolata da lì?”. Poi padre Dino, responsabile missione estere dei frati cappuccini, che era a Varese e che da allora ci accompagna sempre, ha suggerito uno scopo benefico dell’iniziativa».

Dopo Lourdes ci sono state Lisieux, San Giovanni Rotondo, Czestochowa e ora Medjugorje. Viaggi devozionali con rientro a staffetta per il gruppo messo in piedi dai parrocchiani che ha specifiche indicazioni sulla composizione. «Abbiamo dovuto mettere un freno alle iscrizioni, perché non possiamo superare i 50, al massimo 52 partecipanti tra corridori, supporto tecnico e cuochi perché i costi sarebbero notevoli. Coi mezzi percorriamo più di 30mila chilometri con costi vari per il combustibile, i pedaggi e il resto. Se non fosse per gli sponsor non credo riusciremmo a sostenere tutte le spese». Fare economia è importante visto anche lo scopo benefico dell’evento. «Negli anni abbiamo raccolto fondi per la costruzione di tre pozzi in Eritrea. Questa volta puntiamo al quarto». Il rientro in città della carovana è previsto per sabato 1 settembre.

e.marletta

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