Dati positivi per Pronto Soccorso di Varese. Il dg Micale soddisfatto ma cauto: “C’è ancora tanto da fare”

Tra i risultati più significativi spicca la riduzione del tempo medio d'attesa, ridotto del 60% rispetto a un anno fa. Tutti i numeri e i commenti

VARESE – «Tengo a ringraziare la Dott.ssa Francesca Cortellaro e tutta la sua équipe di medici, infermieri, OSS e amministrativi, ma anche la Direzione Medica, la Direzione delle Professioni Sanitarie, l’Ufficio Tecnico, la Logistica, l’Ingegneria Clinica, senza dimenticare i volontari AVO in servizio nel nostro Pronto Soccorso, e ovviamente tutti i reparti e i servizi che collaborano con questo snodo centrale dei percorsi ospedalieri. Se i dati evidenziano risultati significativamente positivi, il merito è di tutti loro!» – commenta il Direttore Generale Giuseppe Micale, analizzando l’andamento del Pronto Soccorso varesino a sei mesi dall’inizio dell’anno

e a otto mesi dalla nomina della nuova Direttrice, la Dott.ssa Cortellaro. L’enfasi sui ringraziamenti si accompagna però ad altrettanta cautela nella lettura dei numeri. «I trend sono buoni, alcuni anche molto buoni, ma sono consapevole che c’è ancora tanto da fare per offrire ai pazienti un servizio pienamente all’altezza delle loro aspettative. E non mi riferisco alla componente clinica, che resta di eccellenza, quanto piuttosto ad aspetti come l’accoglienza, il comfort, i tempi di permanenza. È però doveroso rendere conto del percorso avviato, aggiornare sull’andamento e ribadire che l’impegno sul tema resta massimo».

«Tra i risultati più significativi spicca la riduzione del tempo medio di onboarding, ovvero l’attesa in Pronto Soccorso per chi deve essere ricoverato in un reparto, che nel giugno 2025 si è attestato intorno alle 15 ore, segnando una diminuzione del 60% rispetto alla media di giugno 2024 – spiega il Dott. Antonio Triarico, Direttore Medico del Presidio di Varese – Importanti miglioramenti si registrano anche nella gestione dei codici verdi, i più numerosi e a bassa priorità: il tempo medio per la prima visita medica è passato da 3 ore e 44 minuti nel giugno 2024 a 2 ore e 17 minuti nel giugno 2025. Ancora più marcata la riduzione del tempo di presa in carico, sceso da 2 ore e 51 minuti a 1 ora e 24 minuti. Questi risultati sono in parte da attribuire all’attivazione del nuovo “percorso RAT” (Rapid Assesment Treatment), che prevede la gestione di pazienti all’interno di un’area dedicata del PS, destinati a un iter assistenziale rapido orientato alla dimissione. Sul fronte dei percorsi è stato inoltre attivato in orario diurno un percorso dedicato alla traumatologia minore con accesso diretto da triage. In netto calo anche il tasso di abbandono prima della visita: tra febbraio e giugno 2024 si attestava al 12,39%, mentre nei primi sei mesi del 2025 è sceso al 7,12%».


A contribuire a questi miglioramenti è anche l’introduzione, a partire da dicembre scorso, dei Team di Risposta Rapida Domiciliare nell’ambito del progetto “OBI virtuale”, che consente la prosecuzione delle cure a domicilio fino a un massimo di cinque giorni dalla dimissione da Pronto Soccorso per pazienti che, pur non necessitando di ricovero, hanno bisogno invece di proseguire trattamenti e follow-up con esami point of care. In parallelo, è stato potenziato l’accesso alle prestazioni post-dimissione dal Pronto Soccorso, con un rafforzamento delle agende ambulatoriali dedicate, in particolare nei percorsi internistici, cardiologici e neuroradiologici.

Il miglioramento dei processi non può però prescindere da una riflessione anche sugli aspetti strutturali. In quest’ottica, la Direzione del Pronto Soccorso ha proposto una serie di interventi di adeguamento e riorganizzazione degli spazi, attualmente oggetto di approfondimento e con alcune azioni già avviate. L’attenzione si è concentrata in particolare sulle aree di triage e accoglienza, dove è già in fase di affidamento la realizzazione della nuova sala d’attesa per i parenti, e sulla ridefinizione di alcune funzioni, come quella dell’area colloqui e dell’accettazione. Altri interventi riguardano la riorganizzazione degli spazi dedicati ai codici a maggiore intensità, con la creazione di box, l’installazione di tende e dotazioni impiantistiche per ottimizzare il modello “doctor to patient”, che va ad ottimizzare il comfort alberghiero e la privacy, riducendo gli spostamenti del paziente. Particolare attenzione è stata riservata anche all’area OBI fragile, per la quale sono in corso valutazioni per identificare spazi e attrezzature idonee in particolare alla gestione del paziente geriatrico, e alla creazione di uno spazio riservato ai codici rosa, dedicato alle donne vittima di violenza, oltre alla richiesta di verificare la fattibilità tecnica della conversione dell’attuale OBI in un’area ad alta intensità.

A supporto di questa evoluzione organizzativa e strutturale, si è conclusa una prima analisi condotta da una società di consulenza specializzata nello studio dei percorsi sociosanitari. L’analisi ha utilizzato un modello di simulazione basato sui flussi reali, individuando le variabili chiave su cui intervenire per rendere più efficiente e sostenibile il funzionamento complessivo del PS, in particolare in relazione al flusso dei pazienti verso le aree di degenza. Sono attualmente in corso confronti con le Direzioni dei Dipartimenti per tradurre tali risultati in azioni concrete, e per estendere il modello simulativo anche ai principali reparti ospedalieri coinvolti nei percorsi di Pronto Soccorso.

In corso è anche il potenziamento dell’organico del Pronto Soccorso. A questo proposito, la prima tra le procedure concorsuali con cui verrà data applicazione al modello ‘Hub and Spoke’ voluto dalle regole regionali per le procedure di reclutamento del personale sarà proprio relativa ad un concorso di specialisti per i Pronto Soccorso di ASST Sette Laghi, hub della rete, ASST Valle Olona e ASST Lariana.