Il centro storico sarà anche un tinello, come ha dichiarato non senza polemiche(Forza Italia). Ma anche le periferie non scherzano.
Un esempio? Via Galvaligi, la strada che dalla vecchia sede della Gam parte in direzione di Busto Arsizio, correndo parallela a viale Milano. Luogo divenuto tristemente famoso nel febbraio scorso perché qui venne ferito a morte , durante lo scontro a fuoco con la Polizia penitenziaria seguito all’evasione del fratello Domenico. «Sono a segnalarvi lo stato di totale degrado in cui si viene a trovare la recinzione in cemento che dovrebbe delimitare l’area ferroviaria da via Galvaligi a Gallarate». Inizia così una lettera che , residente nella zona, ha inviato a Reti Ferroviarie Italiane, al sindacoi e alle redazioni dei principali quotidiani locali.
«In moltissimi punti», si legge nel documento, «il manufatto è pericolosamente cadente, mentre in altri è del tutto assente». Scarsa anche la potatura delle piante sul confine. Un abbandono che attrae qualche incivile che ha cominciato ad ammassare dell’immondizia. «Molti topi sono già stati avvistati nell’area», prosegue Santinon, «con l’aumentare delle temperature questo potrebbe creare un problema sanitario di difficile gestione». Non solo. Una volta finiti i lavori per la costruzione del parcheggio delle FS, «la terra sbancata è stata accumulata a fianco della
strada, creando una collinetta artificiale e incombente sulla strada». E l’unico tentativo di affrontare il problema è rappresentato «dalla triste ed inquietante plastica rossa». Di quelle, per capire, che si trovano nei cantieri. Ma da queste parti «di lavori non se ne vede l’ombra». Il gallaratese chiede dunque alle ferrovie e al comune di intervenire per mettere fine a questa situazione di degrado. Una problematica che affligge più in generale la strada che, parallela a viale Milano, arriva fino al santuario di Madonna in Campagna.
Dopo l’incrocio con via Pasubio, la strada cambia nome in via Pacinotti. Ed è qui che, ormai da qualche mese, un gruppo di senza fissa dimora ha trovato casa all’interno di uno degli edifici che un tempo ospitavano le officine per la manutenzione dei convogli.
Situazione che ha portato all’esasperazione i residenti e che lo stesso De Bernardi Martignoni ha sollevato in più di un’occasione in consiglio comunale. Senza che però venisse affrontata. Chissà che tra gli occupanti non ci siano anche quei due clochard che qualche anno fa si erano “trasferiti” sotto il ponte della Mornera, accedendo proprio da via Galvaligi.
Qui si erano accampati con un divano, qualche materasso e diverse confezioni di cibo per cani. Gli stessi che poi tentavano di vendere in zona pedonale, fino a che la Polizia locale non li fece sgomberare.
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