Delitto di Gallarate, la verità arriverà dall’autopsia: esclusi interventi esterni

E' possibile che le motivazioni dell'omicidio-suicidio dei coniugi Iuliano siano da ricercare nelle condizioni di salute della donna.

GALLARATE – Solo l’autopsia potrà fornire ulteriori dettagli sulla tragedia famigliare avvenuta in via Sacconago a Gallarate, confermando l’ipotesi iniziale degli investigatori che esclude la responsabilità di terzi nell’omicidio-suicidio dei coniugi Iuliano. La Procura di Busto Arsizio, rappresentata dal pm Molteni, ha ordinato l’esame autoptico e, conformemente ai tempi legali, le salme non potranno essere esaminate prima della metà della prossima settimana. Questa è una prassi comune nei casi di morte violenta, in cui gli inquirenti aprono fascicoli per approfondire il caso e trattengono le salme presso la medicina legale.

Non emergono dubbi sulla coppia: Roberto Iuliano, 76 anni, ex agente di Polizia in pensione, possedeva regolarmente un’arma (non quella di servizio, che viene restituita alla fine del servizio), e non risultano precedenti penali né precedenti di polizia. Tuttavia, un’ipotesi che potrebbe essere considerata riguarda le condizioni di salute della donna, Nadia Gentili, 74 anni, ex artigiana del tessile, la cui morte è avvenuta prima dello sparo autoinflitto del marito.

Oltre alle indagini dei carabinieri, sarà essenziale attendere i risultati dell’autopsia per chiudere il caso e consentire una degna sepoltura ai coniugi. La scoperta dei corpi è avvenuta quando il figlio della coppia ha deciso di visitare i genitori, non trovandoli più in vita venerdì sera.